Cardinale e uomo politico inglese (Ipswich 1475 circa - Leicester 1530). Arcivescovo di York (1514), cardinale e Lord cancelliere (1515), legato pontificio (1518), riunì nelle proprie mani le giurisdizioni ecclesiastica e civile, che poi da lui sarebbero passate ad Enrico VIII, e promosse azioni politiche atte a fare dell'Inghilterra l'elemento cardine per gli equilibri tra le potenze europee.
Ordinato prete nel 1498, dal 1503 passò, come cappellano, al servizio di Sir R. Nanfan, il quale morendo lo raccomandò al re Enrico VII. Acquistò in seguito anche la completa fiducia di Enrico VIII, che lo nominò elemosiniere e gli conferì numerosi benefici. Nel 1513 accompagnò il sovrano nella campagna di Francia, ottenendo come ricompensa il vescovato di Tournai e quello di Lincoln; arcivescovo di York (1514), fu insignito da Leone X nel 1515 della dignità cardinalizia (col titolo di S. Cecilia in Trastevere); lo stesso anno succedette all'arcivescovo W. Warham nella carica di Lord cancelliere. Nelle seguenti trattative diplomatiche ottenne da Leone X (1518) la nomina a legato, legazia che gli venne confermata varie volte e dal 1524 a vita. In tale carica sciolse, nell'ambito di un più vasto progetto di riforme monastiche, numerosi monasteri (circa 29), i cui patrimoni furono destinati alla fondazione dei collegi di Oxford e di Ipswich. In politica interna, W. promosse l'estensione dei poteri giurisdizionali della Cancelleria e delle altre corti e soprattutto realizzò la stretta unione della giurisdizione ecclesiastica con la civile nelle sue mani prima, e quindi, alla sua morte, nella persona di Enrico VIII. Nelle questioni internazionali, W. tentò di sottrarre la Curia romana all'influenza delle grandi potenze continentali e di fare dell'Inghilterra il fattore determinante dell'equilibrio dei poteri in Europa. Col trattato anglo-francese del 1518, cui aderirono in seguito anche l'imperatore Massimiliano, Leone X e il re di Spagna Carlo d'Asburgo, W. negoziò la pace con la Francia e organizzò il successivo incontro di Calais tra Enrico VIII e Francesco I di Francia. Ma, scoppiata la guerra (1521) tra l'imperatore Carlo V e Francesco I, W. impegnò l'Inghilterra inviando truppe contro la Francia; dal 1528 però si schierò a favore di quest'ultima contro Carlo V; la successiva pace di Cambrai (1529) tra Francesco I e Carlo V, lasciando isolata diplomaticamente l'Inghilterra, segnò il fallimento della politica di Wolsey. All'interno, all'ostilità del popolo (derivata dalle numerose tasse imposte da W. per sussidiare le imprese di guerra) e di molta parte della nobiltà (avversa al suo forte potere e alla sua politica), s'aggiungeva ora quella di Anna Bolena e del suo circolo; l'autorità di W. venne meno anche presso Enrico VIII, in seguito al fallito intervento presso Clemente VII per ottenere lo scioglimento del matrimonio tra il sovrano e Caterina d'Aragona: caduto in disgrazia (1529) e privato dei suoi beni, W. fu poi accusato di alto tradimento, ma morì prima del processo.