Sfagnacee Famiglia di Muschi costituente l’ordine Sfagnali e rappresentata dal solo genere Sphagnum (v. fig.). Le varie specie sono dette sfagni o muschi della torba. Hanno capsula sferoidale, che si apre mediante un opercolo ed è priva di caliptra. Il protonema è una laminetta verde di un solo strato di cellule, sulla quale si sviluppa il fusticino, ramificato molto regolarmente e coperto dalle numerose foglioline enervi; mancano rizoidi. Le foglioline sono costituite da cellule piccole, con cloroplasti, e da cellule grandi, vuote, incolori con pareti cellulari munite di ispessimenti a spirale e grandi fori rotondeggianti; queste cellule si riempiono facilmente di acqua, perciò gli sfagni possono assorbirne una grande quantità. Anche l’epidermide dei rami e del fusticino presenta cellule che servono alla provvista d’acqua. I fusticini durano molti anni allungandosi continuamente; alcuni rami si staccano e propagano la pianta. Sono note circa 350 specie, d’aspetto molto uniforme, sparse in tutto il mondo (nei tropici limitate alle alte montagne).
Gli sfagneti sono associazioni di sfagni, più o meno estese (talora di vari km2), caratteristiche dei paesi temperato-freddi, in luoghi acquitrinosi, piovosi o molto umidi, poveri di calce. Oltre alle S. poche sono le altre piante capaci di vivere negli sfagneti, tra queste, soprattutto Ericacee e Droseracee; tali specie, dette sfagnicole, rifuggono dal calcare e preferiscono le acque acide. Poiché in una pianta di sfagno la parte inferiore muore a poco a poco, mentre la superiore continua a svilupparsi indefinitamente, le parti morte, che per incompleta ossidazione si disfanno molto lentamente, danno origine a depositi di torba. Per la capacità di trattenere molta acqua le S. sono spesso indipendenti dall’acqua del suolo; per la proprietà di acidificare l’acqua superficiale possono determinare la distruzione di boschi umidi. Disseccate, si usano per imballaggi e, da sole o impastate con terriccio, servono come terreno di coltura per piante da serra epifite, come orchidee e simili. Per la loro proprietà assorbente trovavano impiego in passato come materiale da medicazione.