radiazione adattativa
Tante specie da un solo antenato
Radiazione adattativa è l’espressione usata per indicare la rapida diversificazione in nuove specie dei discendenti di uno stesso antenato. Considerata uno dei principali modelli di evoluzione, è particolarmente intensa, rapida e improvvisa quando gli animali o le piante possono colonizzare un territorio nuovo e con pochi concorrenti
Come il mare è fatto di onde che si susseguono una dopo l’altra, così la storia della vita sul Pianeta è, in molti casi, il risultato di numerose radiazioni adattative – vere e proprie ondate di nuove specie – che si sono succedute nel tempo. Il grande paleontologo americano George Simpson, attivo nel secolo scorso, sosteneva che, stando ai reperti fossili, la radiazione adattativa sembra essere il principale modello seguito dall’evoluzione. Simpson ipotizzava, per esempio, che i primi Rettili, affrancati dalla vita anfibia grazie al loro uovo dotato di guscio e contenente acqua e sostanze di riserva, 300 milioni di anni fa cominciarono a invadere la terraferma, diversificandosi e trovandosi le nicchie più disparate sulla terra, in aria, in acqua. Una vera ‘esplosione’ a cui seguì più tardi quella degli Uccelli e dei Mammiferi.
Consideriamo i Marsupiali che sono Mammiferi vivipari (canguri, opossum, vombato, koala) comparsi nel periodo Cretaceo. Partoriscono i piccoli ancora immaturi in quanto, non avendo un utero vero e proprio, durante la gestazione non formano la placenta. I neonati, appena messi alla luce, vengono infilati dalla madre dentro il suo marsupio, una tasca addominale, dove rimangono fino a sviluppo ultimato.
I Mammiferi placentati sarebbero comparsi invece nell’era Cenozoica. Molto competitivi e più avvantaggiati sotto l’aspetto riproduttivo per il loro utero ampio che permette la formazione della placenta in gravidanza, i Placentati emarginarono i Marsupiali in America Meridionale e in Australia. È infatti soprattutto in questo continente, staccatosi dall’Asia circa 65 milioni di anni fa, che oggi li troviamo con una presenza numerica e di specie molto elevata.
I primi Marsupiali penetrati nel territorio australiano vi trovarono una zona adattativa – cioè un territorio da occupare – vasta e quasi del tutto vergine. Con tali presupposti si verificò una radiazione adattativa di straordinarie dimensioni: dai primi pionieri avventuratisi nel nuovo ambiente nacquero discendenti che si adattarono alle diverse nicchie ecologiche, dando origine nel tempo a nuove specie (speciazione).
L’aspetto interessante è che, nello stesso periodo, anche i Mammiferi Placentati nel resto del Pianeta subirono una rapida radiazione adattativa e una conseguente speciazione. I risultati sono stati straordinari: quasi tutte le specie di Marsupiali presentano spiccate somiglianze con le specie di Placentati cresciute in ambienti e in nicchie simili. Esiste perciò un lupo marsupiale (lupo della Tasmania) simile al lupo, il topo marsupiale simile a un topolino delle case, il vombato che è come la marmotta americana, il koala che ricorda un orsetto, il mirmecobio equivalente a un formichiere. Solo il canguro e l’opossum sono unici, senza corrispondenti tra i Placentati.
Radiazioni adattative come quella appena descritta si sono verificate anche nel mondo delle piante.
Un esempio è fornito da quanto avvenuto nell’isola di Sant’Elena a opera di alcune erbe della famiglia delle Composite. L’isola si trova nell’Oceano Atlantico, a metà strada tra Africa e America, lontanissima dalle coste e quindi quasi irraggiungibile da animali e vegetali. Le poche Composite erbacee giuntevi per caso in tempi remoti sotto forma di semi trovarono un territorio senza concorrenti: l’isola era pressoché priva di vegetazione. Poterono iniziare una radiazione adattativa andando a occupare le nicchie a disposizione e adattandosi in molti modi diversi.
Si avviò un processo di evoluzione che portò alla formazione di vere foreste formate da nuove specie di Composite arboree. Di quella antichissima vegetazione, che si può considerare endemica, ossia nativa dell’isola, sono rimaste oggi solo qualche decina di specie protette, tra cui spiccano il Melanodendron, albero con la chioma a ombrello e i fiori simili alla margherita, o il Commidendron, dal tronco più sottile.