zavorra
żavòrra (ant. savòrra, sabòrra, saòrra, savòrna, saòrna) s. f. [lat. sabŭrra (forse dalla stessa radice di sabŭlum «sabbia»), con alterazione non bene spiegata di s- in z-]. – 1. a. Insieme di pesi mobili (solidi o liquidi) che si imbarcano, stabilmente o temporaneamente, sulle navi per assicurarne o migliorarne, in determinate circostanze, la stabilità e l’assetto: caricare, scaricare, spostare, distribuire la z.; nave in z., o che è, che naviga in zavorra, nave mercantile che naviga con la sola zavorra, senza carico di merci o di passeggeri. In partic.: z. solida fissa, quella, costituita da salmoni di ghisa o di piombo (anticamente da pietrame o sabbia), che viene posta nella parte più bassa della nave per migliorarne permanentemente la stabilità, o che, nei sommergibili, è contenuta in un involucro sotto la chiglia (barchetta) e può essere mollata dall’interno in casi di emergenza; z. temporanea, quella costituita da acqua di mare che si immette nei doppifondi o in speciali casse di z. per stabilizzare le navi mercantili quando viaggiano scariche, oppure come servizio di sicurezza in navi da guerra (sommergibili), transatlantici, ecc. b. Sacchetti di sabbia che si tengono opportunamente distribuiti nel fondo delle piccole imbarcazioni per assicurarne meglio l’equilibrio. c. In un aerostato, il carico di sabbia, di acqua o di altro materiale che equilibra la differenza tra la forza ascensionale residua e il carico (buttando zavorra l’aerostato sale). La zavorra è anche utilizzata nei velivoli per sostituire eventuali carichi mancanti, allo scopo di portare ai valori voluti il peso e la posizione del centro di gravità del velivolo. d. In elettrotecnica e in elettronica, carico zavorra, elemento avente impedenza opportuna che si connette all’uscita di un generatore in luogo del carico reale a scopo di misurazione o di controllo. 2. fig., spreg. Cosa o persona che costituisce un peso inutile, senza valore, ingombrante o fastidioso: di tutti i libri che riempiono i suoi scaffali, ce ne sono due o tre che hanno qualche valore, il resto è z.; non c’è un’osservazione o un’idea buona nel suo lungo discorso, tutta z.!; tra i candidati agli esami c’è parecchia z. quest’anno. Con più diretta allusione al sign. proprio della parola: Così vid’io la settima zavorra Mutare e trasmutare (Dante), i ladri che riempiono il fondo della settima bolgia infernale.