visitare
viṡitare v. tr. [dal lat. visitare, frequent. di visĕre «visitare, andare a vedere», che è der. di videre «vedere», part. pass. visus] (io vìṡito, ecc.). – 1. a. Andare a trovare a casa, o in altro luogo dove siano ospitate, una o più persone, per intrattenersi insieme, per amicizia o per cortesia, per offrire compagnia, aiuto o conforto, o per dovere: v. un amico, una famiglia di conoscenti, un parente; sono stato a v. una cara amica; oggi verrò a visitarti; viene spesso a visitarci; domani andrò a v. mio zio (in queste frasi e, in genere, in questo sign., è comunem. usata anche l’espressione far visita a qualcuno); andare a v. un amico ricoverato in ospedale; ha chiesto l’autorizzazione di v. il marito in carcere; v. gli infermi, v. i carcerati, due delle sette opere di misericordia corporali. Per estens., in usi letter., con il sign. generico di intrattenersi con altra persona: O animal grazïoso e benigno Che visitando vai per l’aere perso Noi che tignemmo il mondo di sanguigno (Dante); e infino che questo avvenga non vi sia grave visitarmi con lettere (Boccaccio). b. Riferito, come soggetto, a un medico, esaminare chi è o può essere malato per accertare l’esistenza e la natura della malattia, e per determinare gli ulteriori accertamenti, la terapia e gli interventi necessarî: non si sente bene, e ha chiamato il dottore per farsi v.; il primario visita ogni mattina tutti i degenti del suo reparto; ogni tanto vado a farmi v., per controllo; deve andare a farsi v. dal medico fiscale; con uso assol., in determinati contesti relativi ai giorni, alle ore, al luogo dove il sanitario presta la sua opera professionale di visita ai pazienti: il dottore visita tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20; oggi il pediatra non visita; uno specialista che visita solo in ospedale, o in ambulatorio, o solo su appuntamento. c. non com. In relazione alla credenza religiosa, soprattutto cristiana, che le sventure siano prove mandate da Dio come mezzo di perfezionamento morale: credo mi sarebbe venuto fatto, se Idio non m’avesse così visitato (Boccaccio); «poverette!» disse: «Dio vi ha visitate. Povera Lucia!» (Manzoni). 2. a. Recarsi in un luogo o in una località, in un edificio o in un ambiente, a scopo culturale o di studio, per turismo, per controllare e ispezionare, o come pratica di culto e di devozione: v. un paese straniero, una zona, una città; v. un museo, una galleria d’arte; v. la fiera di Milano; il presidente del Consiglio ha visitato il cantiere dell’alta velocità; il provveditore agli studî visiterà domani la nuova scuola; il vescovo visiterà tutte le parrocchie della diocesi a cominciare da domenica prossima; v. il Santo Sepolcro, la Terrasanta, il santuario di Lourdes; in partic., con riferimento a luoghi sacri, entrarvi e trattenervisi brevemente a pregare: nel medioevo, visitando quella chiesa si lucrava un’indulgenza. b. estens., letter. raro. Frequentare, prendere conoscenza diretta: v. un’opera, un autore, o v. le biblioteche; [la canzone] è conservata più caramente che gli altri componimenti in versi, come consta a quelli che visitano i libri (Manzoni). Cfr. il più com. rivisitare. c. non com. Riferito a cose, controllarle, ispezionarle: i doganieri ci hanno visitato il bagaglio. Con sign. affine (controllare la qualità della merce contrattata prendendone visione diretta) ricorre anche in alcune formule tradizionali degli usi e consuetudini: merce visitata e accettata, visitata e gradita, pesata e visitata, e sim.