virare
v. tr. e intr. [dal fr. virer, che risale al lat. gyrare incrociato con vibrare]. – 1. tr. In marina, girare, far ruotare: v. l’argano (meno com. l’ancora), far ruotare l’argano o un verricello in maniera da salpare l’ancora; con uso assol., vira! vira!, ordine che si dà quando si manovra un argano, un verricello, ecc. 2. intr. (aus. avere) a. Nella marineria velica, v. di bordo o semplicem. virare, manovrare per cambiare di mura, vale a dire per ricevere il vento da un’altra direzione in modo da cambiare l’andatura; v. in prora, venendo all’orza fino a che la nave si disponga nel letto del vento (in filo) e poi poggiando fino ad assumere le mura opposte; v. in poppa, cominciando col poggiare e, sorpassato con la poppa il letto del vento, venendo di nuovo all’orza dal lato opposto. Per estens., riferito a navi e imbarcazioni a motore, manovrare in modo da assumere la direzione opposta. In usi estens. e fig., nel nuoto e nel linguaggio polit., fare una virata; v. di bordo, riferito a persone, fare un brusco dietrofront, cambiare direzione per non farsi vedere, per non incontrare qualcuno e per squagliarsela: non appena lo vide, virò di bordo. b. In aeronautica (e a volte anche in astronautica), eseguire la manovra di virata: il pilota, o l’aereo, virò per avvicinarsi alla pista di atterraggio. c. In chimica, riferito a soluzioni, passare da un colore a un altro: la soluzione vira al rosso; esteso anche al linguaggio corrente e letter.: il viola è un colore che tende a v.; l’azzurro del cielo ha virato successivamente verso il pervinca, verso il viola (I. Calvino); nel linguaggio tecnico, di vernici, variare di colore; in fotografia, con riferimento alle stampe in bianco e nero, sostituire chimicamente i granuli di argento metallico (di colore nero e quindi, a seconda della loro densità, responsabili delle zone nere e di tutte le tonalità di grigio) con granuli di altre sostanze di diverso colore (seppia, rosso, azzurro, ecc.). Per tutte queste accezioni, v. anche viraggio.