vedova
védova agg. e s. f. [lat. vĭdua; cfr. sanscr. vidhavā]. – 1. a. Donna a cui è morto il marito: lo stato, la condizione di vedova, come stato civile e giuridico; sposare una v., una ricca v.; La vedova allegra, titolo (ted. Die lustige Witwe) della più famosa operetta (1905) di F. Lehár. In etnologia, sacrificio della v., l’uso di uccidere ritualmente la moglie dopo la morte del marito, e, per lo più, di seppellirla con lui, diffuso in passato presso popoli primitivi, nelle civiltà messico-andine e nelle grandi civiltà orientali. Come agg., in funzione di predicato, essere, restare, rimanere vedova, per la morte del marito: rimasta v., non si è più voluta risposare; e in funzione attributiva: una zia v.; com. soprattutto nell’espressione figlio unico di madre v., con cui nel linguaggio burocr. milit. si indicava una condizione per la quale era ammessa la ferma minima, talora usata in senso estens., scherz., anche riferita a oggetti di cui si possegga o si sia conservato un singolo pezzo o esemplare; meno frequente l’uso di donna v. con il sign. generico di vedova sost.: nella città di Pistoia fu già una bellissima donna v. (Boccaccio); ella non s’induceva ad abbruciarsi se non perché questo si usava di fare dalle donne v. della sua setta (Leopardi). b. fig. V. bianca, moglie il cui marito, emigrato all’estero dove per lo più si è creata una nuova famiglia, non è più tornato; la vedova, denominazione data nel passato alla ghigliottina. In usi poet., per esprimere l’abbandono totale: Vieni a veder la tua Roma che piagne Vedova e sola (Dante), Roma abbandonata dall’imperatore che pur dovrebbe risiedervi. Per altri usi fig., nei quali vedova è femm. dell’agg. vedovo, v. vedovo. 2. In zoologia: a. Nome di alcune specie di uccelli della famiglia ploceidi, diffuse nelle savane africane, i cui maschi possiedono una livrea nuziale caratterizzata dall’allungamento delle due coppie di timoniere centrali della coda. Tutte le specie presentano un parassitismo di cova: nessuna costruisce nidi proprî ma depone le uova nei nidi di una particolare specie di uccelli della famiglia estrildidi; per evitare il rifiuto da parte dei genitori adottivi, i piccoli delle vedove hanno sviluppato un’estrema somiglianza con i piccoli della specie ospite, che si esprime anche nel disegno delle macchie all’interno della bocca. b. V. nera (ingl. black widow), nome comune di un piccolo ragno (lat. scient. Latrodectus mactans) diffuso in America, dalla regione centrale degli Stati Uniti fino alla Patagonia, il cui morso, per la sostanza neurotossica inoculata, può causare all’uomo dolore intenso, sudorazione, dispnea, convulsioni e, in alcuni casi, la morte. Dall’uso della femmina di questo ragno di divorare il maschio dopo l’accoppiamento, l’espressione è stata usata in senso fig., spec. nel linguaggio giornalistico e cinematografico, per indicare una donna che prende più mariti e li uccide ogni volta, in genere per interesse personale. 3. In botanica, nome region. delle piante Scabiosa atropurpurea, più nota come vedovella o vedovina, e Hermodactylus tuberosus, più spesso detta bella vedova (v.) o bocca di lupo. ◆ Dim. vedovèlla, vedovina, anche con usi e sign. specifici (v. le voci), non com. vedovétta; pegg. vedovàccia.