veda
vèda s. m. [adattam. del sanscr. veda-, propr. «scienza (sacra)»], invar. – Nome (scritto per lo più con l’iniziale maiuscola, Veda) dei testi indoarî più antichi (redatti in epoca imprecisata, che secondo le ipotesi più probabili va dalla fine del 3° millennio all’8° sec. a. C.) compresi in quattro raccolte dette rispettivam.: il Ṛgveda (veda degli inni), raccolta originale e la più antica e importante fra tutte; lo Yajurveda (veda delle formule sacrificali), la cui materia è in parte ricavata dal Ṛgveda e in parte originale; il Sāmaveda (veda delle melodie), dedicato anch’esso alla pratica del sacrificio e al canto liturgico, e costituito da citazioni di strofe tolte per la maggior parte dal Ṛgveda; l’Atharvaveda (veda delle formule magiche), raccolta originale, ma pervasa da elementi nuovi che tradiscono un’origine popolare, quali credenze e mezzi superstiziosi per contrastare occulte influenze demoniache (v. anche vedico).