umorismo
s. m. [der. di umore; nel sign. 2, con influenza dell’ingl. humour (v.)]. – 1. ant. Umoralismo, dottrina umorale. 2. La facoltà, la capacità e il fatto stesso di percepire, esprimere e rappresentare gli aspetti più curiosi, incongruenti e comunque divertenti della realtà che possono suscitare il riso e il sorriso, con umana partecipazione, comprensione e simpatia (e non per solo divertimento e piacere intellettuale o per aspro risentimento morale, che sono i caratteri specifici, rispettivamente, della comicità, dell’arguzia e della satira): uno scrittore, un regista, un disegnatore ricco o povero di u.; avere o non avere il senso dell’u., mancare di u.; un film, un disegno, un fumetto pieno o privo di u.; l’u. di Boccaccio, di Dickens, di Zavattini; l’u. dei film di R. Benigni, di C. Verdone; u. grafico, che si esprime con disegni, vignette, fumetti; fare dell’u., scherzare, fare dello spirito, di solito in frasi di tono negativo: siamo in una situazione drammatica, e non mi sembra il caso di fare dell’umorismo.