tubercolo
tubèrcolo s. m. [dal lat. tubercŭlum «piccola escrescenza, piccolo tumore», dim. di tuber: v. tubero]. – Piccola protuberanza sulla superficie di un corpo organico o inorganico. Con particolari sign. nelle scienze biologiche: 1. In anatomia, nome dato a sporgenze per lo più di piccole dimensioni e di forma più o meno rotondeggiante: t. epiglottico (v. epiglottico); t. quadrigemini o corpi quadrigemini, le quattro eminenze ben visibili nella porzione dorsale del mesencefalo (v. quadrigemino), ecc. 2. a. In embriologia, t. genitale o t. fallico, l’abbozzo di alcuni organi genitali esterni nei mammiferi, che nella femmina formerà la clitoride, e nel maschio darà origine al pene. b. In genetica, t. di Darwin, ispessimento della cartilagine del bordo superiore dell’orecchio, probabilmente dovuto a un allele autosomico dominante. 3. In patologia: a. Tipo di lesione produttiva di natura infiammatoria, di dimensioni micro- o macroscopiche, che è elemento specifico di parecchie malattie infettive (tubercolosi, lebbra, alcune micosi, ecc.): istologicamente si presenta come un accumulo circoscritto di elementi cellulari diversi, tra i quali predominano i linfociti, gli istiociti e le cellule epitelioidi, nonché le cellule giganti; si aggiungono spesso fenomeni degenerativi che talvolta determinano ulcerazioni. b. T. anatomico o degli anatomisti, varietà di tubercolosi cutanea di tipo verrucoso, localizzata di solito alle mani, dovuta a occasionale inoculazione, nel corso di autopsie su cadaveri di tubercolotici. 4. In botanica, piccola prominenza rotondeggiante sulla superficie di varî organi (frutti, semi, ecc.): t. radicale o nodulo radicale, protuberanza rotondeggiante, piriforme, semplice o ramificata, che si trova sulle radici di molte leguminose, spec. nelle papiglionacee, dovuta alla presenza di batterî simbionti fissatori di azoto, che penetrano nelle più esili radici attraverso i peli radicali. ◆ Dim. tubercolétto, tubercolino.