tradimentocrazia
s. f. Il potere del tradimento, del ricatto o dell’opportunismo politico. ◆ E [Silvio] Berlusconi inventò un altro neologismo: tradimentocrazia. Ieri sera infatti, durante la trasmissione «Porta a porta», il leader di Forza Italia ha affermato: «Oggi c’è la tradimentocrazia e c’è il mercato di partiti e parlamentari: siamo al ritorno della vecchia partitocrazia e l’aria del Parlamento è malsana, ogni volta che ci entro ho il disgusto perché c’è corruzione vera». (Corriere della sera, 10 novembre 1998, p. 9, Politica) • nel corso della sua ormai lunga carriera, [Silvio Berlusconi] spesso si è divertito con le parole. […] L’anno dopo è uscita fuori la «tradimentocrazia», a proposito del ribaltone che portò [Massimo] D’Alema a Palazzo Chigi grazie al voto di alcuni parlamentari eletti dall’altra parte, ossia da lui. (Riccardo Barenghi, Stampa, 20 giugno 2008, p. 3).
Composto dal s. m. tradimento con l’aggiunta del confisso -crazia.