tetano
tètano s. m. [dal lat. tetănus, che è dal gr. τέτανος «tensione, rigidezza delle membra», der. di un tema affine a τείνω «tendere»]. – 1. In fisiologia e fisiopatologia, contrazione muscolare durevole, risultante dal sommarsi di più contrazioni singole, spontanee o provocate da adeguati stimoli (meccanici, elettrici) susseguentisi con una frequenza tale da impedire ai muscoli di decontrarsi, che hanno un ben definito significato clinico (v. tetania e il numero seguente). 2. Malattia tossinfettiva dell’uomo e di alcuni animali (più colpiti sono cavallo e asino, meno frequentemente pecore e capre, eccezionalmente bovini, cani e gatti). Oggi è una malattia accidentale e sporadica, ma prima della scoperta dell’asepsi e della profilassi vaccinica, era particolarmente frequente negli ospedali, nei reparti chirurgici e, soprattutto, durante le guerre, come complicanza delle ferite. Ha spesso esito infausto, causata dalla contaminazione di ferite da parte del bacillo anaerobio e sporigeno Clostridium tetani, la cui tossina si propaga per via nervosa fino al sistema nervoso centrale, provocando contratture dolorose, che inizialmente colpiscono i muscoli masticatori, e successivamente la restante muscolatura scheletrica. La terapia è diretta a neutralizzare la tossina tetanica con altissime dosi di immunsiero specifico e a diminuire l’intensità e la frequenza delle contratture con sedativi, miorilassanti, con l’ipotermia controllata e con le narcosi prolungate.