tallio
tàllio s. m. [lat. scient. Thallium, der. del gr. ϑαλλός «germoglio», con allusione alla zona verde dello spettro, nella quale produce una linea]. – Elemento chimico di simbolo Tl, numero atomico 81, peso atomico 204,38, del terzo gruppo del sistema periodico; è un metallo di colore bianco stagno se fuso e raffreddato, che all’aria si ossida rapidamente assumendo un colore da grigio a bruno. Presente sulla crosta terrestre in varî minerali, si recupera come sottoprodotto dell’arrostimento dei solfuri di alcuni metalli (zinco, piombo, ferro) che lo contengono come impurezza e si usa in leghe con piombo, argento e alluminio; i suoi composti si utilizzano nella preparazione di vetri d’ottica, per colorare la luce in verde (segnalazioni, fuochi d’artificio), come insetticidi, topicidi, e nella fabbricazione di cellule fotoelettriche per radiazioni infrarosse. Come i suoi composti, si accumula nell’organismo umano, provocando avvelenamenti che si manifestano in forma acutissima o acuta, con gravi disturbi gastroenterici, neurologici e respiratorî, e in una forma cronica con gli stessi disturbi ma di intensità minore, oltre a manifestazioni cutanee (eritema, caduta dei capelli, ecc.) e a insufficienza epatica.