talentare
v. intr. [der. di talento2] (io talènto, ecc.; aus. essere, ma i tempi composti sono poco usati), letter. o raro. – Andare a genio, garbare, piacere (si usa quasi soltanto nelle terze persone): lui fa sempre ciò che gli talenta; ha dei modi che mi talentano poco; Lasciando il giovinetto in gran martìre, Che fuor di lei null’altro omai talenta (Poliziano; dove peraltro, se la lezione è esatta, il verbo sembra essere usato transitivamente, con il sign. di «desidera»); Ma la proposta al cor d’Agamennóne Non talentando ... (V. Monti); ella è tale che io non posso lasciarla qui sola, libera di scegliersi l’ambiente e le amicizie che più le talentano (Fogazzaro).