tagliente
tagliènte agg. e s. m. [der. di tagliare]. – 1. agg. a. Che taglia bene, che ha il taglio affilato: lama, coltello, spada t.; un rasoio assai t.; un’accetta tagliente. Con uso estens., che ha un orlo affilato, che può quindi produrre dei tagli alla pelle: una scheggia, un frammento di vetro, un foglio di carta t.; organi t., in botanica, quelli provvisti di bordi sottili o di prominenze aguzze (le foglie t. o a margini t. della panicastrella di palude); netto, deciso, non sfumato: linee, passaggi di colore taglienti, e figure t., dai contorni t., nel disegno e nella pittura; [le montagne della Luna] ferite da una parte dal Sole, gettano dall’opposta ombre negrissime, terminate e t. più assai dell’ombre delle nostre (Galilei). b. fig. Che penetra a fondo, che ferisce e punge, provocando un acuto dolore o risentimento fisico o morale: un t. vento di tramontana, un freddo t.; avere una lingua t., mordace, malèdica; una satira, una critica, una risposta t., che colpisce duramente. 2. s. m. a. Parte tagliente, taglio, filo di uno strumento: il t. di una lama, del bisturi; il t. delle tronchesi; il t. della ghigliottina. In partic., l’estremità attiva degli utensili impiegati nella lavorazione di materiali diversi (legno, metalli, pietre, ecc.), atti ad asportare il materiale in eccesso sotto forma di trucioli, scaglie, granuli, ecc.: per es., l’estremità attiva degli scalpelli, dei ferri da pialla, delle punte da tornio e da trapano. b. La parte di apparati e dispositivi destinati a essere infissi, conformata in modo da facilitare l’infissione, quale, per es., il rinforzo di lamiera metallica conformato a triangolo acuto del bordo inferiore di cassoni di fondazione in calcestruzzo.