solitario
solitàrio agg. e s. m. [dal lat. solitarius, der. di solus «solo»; nelle due accezioni del n. 2, dal fr. solitaire]. – 1. agg. a. Che sta solo, e soprattutto che ama star solo, che sfugge la compagnia dei proprî simili: un uomo scontroso e s.; uno giovine gentile, ... chiamato Guido [Cavalcanti], cortese e ardito, ma sdegnoso e s. (Compagni); [Grozio] pone ... che il primo genere umano sia stato di semplicioni solitarj, venuti poi alla vita socievole (Vico); per estens., un carattere, un spirito s.; vita s. (La vita solitaria, titolo di uno dei canti del Leopardi, composto nell’estate del 1820 o del 1821). Anche sostantivato, con riferimento a persona: è sempre stato un s.; da quel s. (o da quella s.) che è, non vuol mai vedere nessuno. b. Che è solo, appartato, lontano dagli altri; isolato: un viandante, un passante s.; passeggiare s. per i campi; Io s. in questa Rimota parte alla campagna uscendo (Leopardi); estens.: In solitaria Malinconia Ti guardo e lagrimo, Venezia mia! (Fusinato). Come s. m., non com., eremita, anacoreta: i più rigidi s. di Tebe (Segneri). c. Che si fa da soli, senza la compagnia, o l’aiuto e sim. di altri: gioco, viaggio s.; in alpinismo, ascensione s. (v. solitaria); analogam., nella nautica da diporto, regata s., o, come locuz. agg. e avv., in solitario (una regata, una traversata transatlantica in solitario); con uso eufem., ma ormai poco com., vizio s. (o anche venere solitaria), la masturbazione. d. Riferito ad animali, che vive da solo, non in branchi o in gruppi: il cinghiale, da vecchio, è un animale solitario. In partic., passero s. (anche al femm., passera s.), uccello della famiglia turdidi (Monticola solitarius), v. passero; Il passero s., titolo di uno dei canti del Leopardi, composto il 15 giugno 1829; verme s., denominazione pop. della tenia (v.). Per estens., fase s., in entomologia, la forma non migratrice delle locuste migratorie, in cui gli individui non hanno tendenza ad aggregarsi; soltanto dopo alcune generazioni ha origine la fase gregaria o migratrice. e. Di luoghi, deserto, non frequentato: contrada, zona s.; una strada, una via s.; Di vaga fera le vestigia sparse Cercai per poggi solitarii et ermi (Petrarca). f. In botanica, di organo o apparato che non fa parte di un complesso; per es., fiore s., quello che non fa parte di un’infiorescenza, come nei papaveri. g. Onda s., rigonfiamento della superficie dell’acqua che si forma talora a prua di una nave e ne accompagna il movimento, così chiamata perché si forma e procede da sola (è detta anche onda di prua). È così denominata anche l’onda che si forma spontaneamente e in assenza di natanti sulla superficie libera di un canale o di un fiume e che si propaga imperturbata per lunghissimo tratto; l’osservazione di questo fenomeno ha dato luogo alla fisica dei solitoni (v. solitone). 2. s. m. a. Brillante di notevole pregio, sia per la grandezza sia per il taglio e la luce, incastonato da solo, con una rilegatura leggerissima che lo lasci il più possibile scoperto alla vista, in un anello (più raram. in una spilla o in altri gioielli). Per estens., anello con un solitario incastonato: portare un s. al dito; ha ricevuto in regalo uno splendido s.; al plur., solitarî, coppia di orecchini con brillanti di uguale grandezza, splendore, ecc. b. Nome di svariati giochi di carte, fatti da una sola persona e basati sulla eliminazione o sulla sovrapposizione di carte di eguale valore e di seme diverso, oppure sulla progressiva scomposizione e ricostituzione delle varie sequenze; la loro riuscita dipende per lo più dal caso, e talvolta sono praticati anche per trarre auspici sull’esito di imprese, sulla realizzazione di desiderî, ecc. ◆ Avv. solitariaménte, non com., in modo solitario, in solitudine.