slasher 1.
1. agg. Violento e sanguinolento, detto di film o scena di film. 2. s. m. inv. Sottogenere di film horror, ambientato in luoghi chiusi o isolati (college, case di campagna, ecc.), incentrato sulla figura di un assassino seriale che uccide una dopo l’altra le vittime, di solito giovani, squarciandole con armi da taglio o arnesi dotati di lame; anche, l’assassino seriale che uccide le proprie vittime adoperando armi da taglio o arnesi dotati di lame. ◆ Se in passato Argento era stato capace di creare almeno visivamente dei mondi coerenti e credibili, qui la storia procede per accumuli slegati tra di loro […] e le scene più slasher sembrano filmate per un manuale di fantasie patinate e non per destabilizzare le certezze rassicuranti dello spettatore (vedi il campionario di «perversità» che Sarah scopre prima del sabba). (Paolo Mereghetti, Corriere della sera, 2 novembre 2007, p. 45) • Un remake che per i patiti americani del genere vale la cifra del biglietto, visto che Halloween-TheBeginning ha già sbancato negli Usa nell’ottobre scorso (il 31, naturalmente) risultando il miglior incasso della lunga serie ispirata allo «slasher», allo psicopatico assassino cioè che si aggira per i college pieni di ragazze bellocce e un po’ svestite e, dopo il passaggio del sanguinario Michael Myers, anche un bel po’ morte. (Unità, 4 gennaio 2008, p. 19, In Scena) • Lo slasher, con relativo incasso garantito, arriva, questa volta, dalla Spagna con un prodotto che sa alternare qualche risata ai soliti ammazzamenti. (Ma, Giornale, 30 marzo 2012, p. 32, Album).
Dall’agg. e s. ingl. slasher (‘che taglia, squarcia’, ‘aggressore armato di coltello’).
Già attestato nella Repubblica del 15 gennaio 1988, p. 25, Spettacoli (Roberto Nepoti).