sicche
sicché cong. [comp. di sì e che1]. – Serve a introdurre una proposizione consecutiva; nella tradizione letter. è per lo più scritto in due parole: Fieramente furo avversi A me e a miei primi e a mia parte, Sì che per due fïate li dispersi (Dante); talvolta col verbo al congiuntivo (v. sì, n. 1 e). Oggi, scritto in grafia unita con il verbo all’indicativo, ha per lo più valore conclusivo, «di modo che, e perciò, e quindi»: non ho trovato nessuno che mi desse una mano, sicché ho fatto tutto da solo; anche all’inizio di periodo, a conclusione di cose dette innanzi: se tu corri io vo meglio che di galoppo; e a stare in un luogo, se tu ne svieni, io me ne struggo. Sicché ripigliamo a correre (Leopardi); con uso assol., e in tono interrogativo, è modo consueto per invitare altri a trarre da quanto si è detto le debite conclusioni: Sicché? Verrai o non verrai?