sfaldatura
s. f. [der. di sfaldare]. – Lo sfaldare, lo sfaldarsi. In cristallografia, proprietà (detta anche, con termine più tecnico ma poco usato, clivaggio) caratteristica dei cristalli di alcune sostanze (fluorite, salgemma, miche, ecc.) legata alla loro struttura interna, precisamente all’anisotropia di coesione, per cui i cristalli stessi si suddividono, se percossi, secondo superfici piane (piani di s.) parallele a facce di forme aventi indici molto semplici. A seconda dello sforzo necessario per produrre tale effetto, la sfaldatura può essere facilissima, facile o difficile; a seconda che il piano ottenuto sia liscio e speculare, oppure scabro, può essere perfetta o imperfetta; inoltre, in base allo splendore presentato dal piano di sfaldatura, questa si dice grassa, vitrea, sericea, ecc. Con sign. attivo, l’operazione di sfaldare pietre preziose, e spec. diamanti.