sesto1
sèsto1 agg. num. ord. s. m. [lat. sĕxtus, der. di sex «sei»]. – 1. a. Che, in una sequenza o in una successione ordinata, occupa il posto corrispondente al numero sei, cioè viene dopo altri cinque (in cifre arabe 6°, in numeri romani VI): si è classificato s. nella graduatoria generale; il s. mese dell’anno; festeggiare il s. centenario di un avvenimento. Aggiunto a nomi di sovrani o pontefici, per indicare l’ordine di successione: Giorgio VI d’Inghilterra; Pio VI. Con accezioni partic.: nell’antico uso romano, e nella liturgia, ora s., v. sesta1, n. 1; s. grado, in alpinismo, il grado più alto della scala Welzenbach delle difficoltà su roccia (v. scala, n. 4), assunto a simbolo dell’arrampicata estrema classica prima dell’introduzione dei nuovi gradi di difficoltà; in medicina, s. malattia, v. la voce; fig., s. senso, v. senso (n. 1 b). b. Con valore partitivo, la s. parte, ciascuna delle sei parti uguali in cui si può dividere, o è stato diviso, un intero. c. ant. o non com. Formato di sei unità: La s. compagnia in due si scema (Dante); s. rima, lo stesso che sestina, come strofa: un poema eroicomico in s. rima. 2. s. m. a. Ciascuna delle sei parti uguali in cui è stato diviso un intero: a lui spetta un s. dell’eredità; così nelle espressioni frazionarie un s., due s., ecc. (numericamente 1/6, 2/6, ecc.). b. Forma ant. per sestiere, con riferimento a Firenze: io nacqui nel loco Dove si truova pria l’ultimo sesto Da quei che corre il vostro annüal gioco (Dante), dove comincia il sesto di Porta San Piero, l’ultimo a cui arriva chi corre il palio nel giorno di s. Giovanni.