scombussolare
v. tr. [der. di bussolo; v. bussolotto] (io scombùssolo, ecc.). – Mettere sottosopra, mettere in subbuglio: questa medicina mi ha scombussolato lo stomaco; anche come intr. pron.: mi si è scombussolato l’intestino. Più com. in senso fig., mandare all’aria, scombinare, sconvolgere ciò che aveva un ordine o un’armonia: s. i piani, un progetto, un programma; la sua improvvisa venuta mi ha scombussolato la giornata; frastornare, provocare confusione mentale, disagio psicofisico, turbamento, agitazione e sim.: s. la testa, il cervello, le idee; i lunghi viaggi mi scombussolano; la notizia della sua morte mi ha scombussolato; trenta ordini diversi in poco tempo scombussolavano la schiera dei servi (Serao); anche come intr. pron.: è un tipo che si scombussola alla minima contrarietà. ◆ Part. pass. scombussolato, anche come agg.: avere lo stomaco scombussolato; in senso fig., frastornato, stordito, turbato, sconvolto: l’ho trovato ancora scombussolato per quello che aveva visto; anche, disordinato, sregolato: questo smarrimento ... gli era via via cresciuto, in mezzo a quella precarietà d’esistenza eccentrica, scombussolata, in casa dello zio (Pirandello).