scodinzolare
v. intr. [der. di codinzolo, dim. di coda] (io scodìnzolo, ecc.; aus. avere). – 1. Con riferimento ai cani, dimenare rapidamente qua e là la coda, come segno di festa e di contentezza: il cane corse incontro al padrone scodinzolando. Per estens., di altri animali, e in similitudini: invece di un ciuchino morto, vide apparire a fior d’acqua un burattino vivo, che scodinzolava come un’anguilla (Collodi). 2. a. estens. Riferito a persona, soprattutto a donna, camminare dimenando le anche, ancheggiare: guarda come scodinzola quella ragazza! Anche, più genericam., muoversi con movimenti vistosi per farsi notare, per attirare l’attenzione di qualcuno. b. fig. Manifestare, per lo più in modo servile e adulatorio, premura, solerzia, devozione e sim., soprattutto per accattivarsi persona in grado di assicurare protezione, di elargire favori e sim.: in ufficio sono tanti quelli che scodinzolano intorno al direttore; la signora lo guardò disgustata e ... disse mormorando – non ti vede, puoi fare a meno di s. – e davvero sua eccellenza in quel momento mancava soltanto della coda per esprimere devozione (Sciascia).