sciamano
s. m. [dall’ingl. shaman, adattam. del tunguso samān che è prob. dal pali samana (sanscr. śramana) «prete buddista», attrav. il cinese sha men]. – 1. Individuo che, in seguito a un processo d’iniziazione che si avvia in genere nell’età puberale, acquisisce la conoscenza di pratiche di meditazione e di tecniche volte al raggiungimento di stati di estasi (per es., in seguito a rituali di danza ritmata al suono di un tamburo o di altri strumenti musicali o anche attraverso l’assunzione di sostanze allucinogene) e assume all’interno della propria comunità il ruolo di tramite con le entità soprannaturali come gli spiriti del cielo o degli inferi, le anime dei defunti, ecc., con le quali egli giunge a identificarsi attraverso la possessione acquisendo, grazie a ciò, eccezionali facoltà taumaturgiche e divinatorie. 2. Per estens., in usi scherz., individuo che gode di particolare potere carismatico e influenza all’interno di una comunità grazie alla capacità di circondare i suoi gesti e le sue parole di un’aura di mistero e di ispirazione soprannaturale: un cantante rock considerato come uno sc. dai suoi fans; quel famoso cardiochirurgo ha modi da sc. con i suoi pazienti.