scia
scìa s. f. [der. di sciare1]. – Perturbazione turbolenta dello stato di un fluido attraversato da corpi in moto (che appare in genere come traccia allungata e leggermente divergente lasciata lungo la traiettoria già percorsa): è caratterizzata dalla formazione di filetti fluidi, la cui velocità è minore di quella d’avanzamento del mobile, che danno luogo quasi sempre a strutture vorticose; in partic., in marina, la traccia spumeggiante che un galleggiante in movimento lascia dietro di sé, per un certo tratto, sulla superficie dell’acqua: la scia lasciata da una barca, da un motoscafo; mettersi, mantenersi, navigare nella sc. di una nave, seguire la stessa rotta e lo stesso percorso; una sc. bianca, schiumosa. Anche, la zona perturbata che un aereo lascia dietro di sé e che, nel caso di aerei particolarmente grandi e pesanti, consiste in vortici persistenti alle estremità delle ali; in partic., sc. di condensazione, locuz. che traduce l’ingl. condensation trail (propr. «coda di condensazione»), quella lasciata da un mobile in movimento nell’aria (in genere un aereo, ma anche un’automobile particolarmente veloce, per es., un’auto da corsa), causata dal raffreddamento del vapore acqueo presente nei gas di scarico del motore, oppure dal raffreddamento adiabatico degli strati d’aria soprassatura sottoposti a locali riduzioni di pressione in seguito al moto vorticoso (soprattutto alle estremità delle ali o degli alettoni): il reattore ha disegnato nel cielo una lunga scia candida. Per estens., traccia luminosa, di vapore, di fumo o di odore, che resta nell’aria dopo il passaggio di una cosa o di una persona: lascia sempre dietro di sé una sc. di profumo fortissimo; anche fig.: le ragazze passando con falsa indifferenza ... davanti ai loro crocchi, sanno di lasciare una sc. d’interesse, d’ammirazione (Palazzeschi); mettersi sulla sc., seguire la sc. di qualcuno, seguirne le orme, imitarlo.