rivalutare
v. tr. [comp. di ri- e valutare] (io rivalùto o, più com. ma meno corretto, rivàluto, ecc.). – 1. Valutare di nuovo: fece r. i suoi gioielli da un altro orefice di sua fiducia. 2. Dare nuovo e maggiore valore, soprattutto economico: il governo è riuscito a r. la moneta; r. le azioni di una società; anche, r. una miniera, un impianto industriale, restituire loro maggior credito, riportarli a maggiore importanza economica; con l’una o con l’altra accezione, l’intr. pron. rivalutarsi, riacquistare valore: nel tempo stesso si rivaluta l’unità di conto e si svaluta l’unità effettiva (Einaudi). In senso fig., ridare valore, merito, prestigio: r. un’antica tradizione; r. un programma politico; in partic., ridare valore a un’opera d’arte, a una creazione dell’ingegno, mediante una critica positiva che reagisca a giudizî precedenti più o meno negativi: r. una poesia, un romanzo, un quadro. Riferito a persone, considerare più favorevolmente chi era prima poco apprezzato, o stimato in modo non adeguato ai suoi reali meriti: r. uno scrittore, un’artista, un musicista, un uomo politico; Dante fu rivalutato dai romantici.