congiungere
congiùngere (ant. congiùgnere) v. tr. [lat. coniungĕre, comp. di con- e iungĕre «unire»] (coniug. come giungere). – 1. a. Unire materialmente o spiritualmente, mettere insieme, porre in stretta [...] aggiungendo, accompagnare: Giuseppe Parini fu ... uno dei pochissimi Italiani che all’eccellenza nelle lettere congiunsero la profondità dei pensieri (Leopardi). b. Collegare due punti o luoghi: la scala congiunge la cucina con la (o alla) soffitta ...
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infoscare
v. tr. [der. di fosco] (io infósco, tu infóschi, ecc.), letter. – Rendere fosco, in senso proprio e fig.; più com. l’intr. pron. infoscarsi, diventare fosco, cupo: il cielo s’era infoscato [...] per la nebbia; fig., i pensieri s’infoscano, diventano cupi, pieni di tristezza. ...
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risuonare
(o risonare) v. intr. [dal lat. resonare, comp. di re- e sonare «suonare»] (io risuòno, ecc.; fuori d’accento, sia -uo- che -o-; aus. avere o essere). – 1. Suonare di nuovo: nel suo ufficio [...] dello strumento o del mezzo che manda il suono: una tromba risuonò nel cortile della caserma. In usi fig., di ricordi, pensieri, sentimenti: mi risuonano nel cuore le sue ultime parole; un «no» imperioso che risonò nella sua mente, fece svanire quel ...
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vegliardo
s. m. (f., solo scherz., -a) [der. di veglio; cfr. il fr. vieillard, der. di vieil «vecchio»], letter. – Uomo di età molto avanzata; più spesso riferito a vecchio la cui figura ispira rispetto [...] e venerazione: il grande, l’augusto, il santo vegliardo; i v. che ai casti pensieri Della tomba già schiudon la mente (Manzoni). ...
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vegliare
(ant. o pop. tosc. vegghiare) v. intr. e tr. [dal provenz. ant. velhar (cfr. anche fr. veiller), che è il lat. vĭgĭlare (lat. tardo vĭgŭlare), der. di vigil -ĭlis «vigile»; cfr. vigilare] (io [...] ; L’una vegghiava a studio de la culla (Dante); Teco vegliar m’è caro, Gioir, pianger con te (Giusti, riproducendo i pensieri di una madre accanto alla culla del suo bambino). Molto com. l’uso trans.: v. un malato; lo vegliò amorosamente per giorni ...
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saltare
v. intr. e tr. [lat. saltare, intens. di salire «saltare» (supino saltum)]. – 1. intr. a. (aus. avere) Con riferimento a persona, staccarsi di slancio da terra, rimanendo per un attimo sospeso [...] una nota all’altra; anche con riferimento a passaggi logici: s. da un’idea all’altra, da un concetto a un altro; d’un pensiero in altro saltando, ... s’addormentò (Boccaccio). Per la locuz. fig. s. di palo in frasca, che ha sign. simile, v. frasca. 5 ...
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soddisfazione
soddisfazióne (tosc. o letter. sodisfazióne, ant. satisfazióne) s. f. [dal lat. satisfactio -onis, der. di satisfacĕre «soddisfare»]. – 1. a. Il fatto di soddisfare, di appagare: la s. [...] , consolazione (soprattutto come compenso di una pena o fatica): la vita gli ha dato molte s.; i figli danno molti pensieri ma anche molte s.; saper suonare bene il piano deve essere una gran soddisfazione. ◆ Dim. soddisfazioncèlla, soddisfazioncina. ...
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migrare
v. intr. [dal lat. migrare] (aus. essere). – Lasciare il luogo di origine per stanziarsi, anche solo temporaneamente, altrove. È più generico di emigrare (di cui non ha i sign. specifici), e [...] , diventando gente dispersa e senza domani (Carlo Sgorlon); al principio dell’autunno le rondini migrano nei paesi caldi; Stormi d’uccelli neri, Com’esuli pensieri, Nel vespero migrar (Carducci). ◆ Part. pres. migrante, anche come agg. (v. la voce). ...
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nascosto
nascósto agg. [part. pass. di nascondere]. – Non visibile, sottratto alla vista: fiori n. tra le foglie; anche, appartato, remoto: un paesino n. tra i monti; si ritirò in un luogo lontano e [...] tu forse Del n. suo male (Alfieri); in unione con verbi, sottratto alla conoscenza altrui, celato: tenere n. i proprî pensieri; mantenere n. a tutti le proprie intenzioni. Locuz. avv., di nascosto, senza che altri veda o si accorga o sappia: vedersi ...
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centro
cèntro s. m. [dal lat. centrum, e questo dal gr. κέντρον «aculeo; punta di compasso; centro»]. – 1. In geometria, c. di una circonferenza, il punto equidistante da ogni punto della circonferenza; [...] di un componimento, la parte in cui l’ispirazione poetica ha trovato più perfetta e compiuta espressione; il c. dei proprî pensieri, l’oggetto fisso, costante, a cui essi sono rivolti, o anche il fine a cui sono diretti gli affetti, le aspirazioni ...
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inferenza
Ricavare pensieri o enunciati da altri pensieri ed enunciati, partendo da premesse e arrivando a una conclusione. Un’i. può essere deduttiva o induttiva: si ha una deduzione quando le premesse posseggono un grado di universalità...
gelosia
Insieme di emozioni, pensieri e comportamenti finalizzati, derivanti dal timore, reale o immaginario, di perdere l’amore e le attenzioni della persona amata. Nel suo scritto Alcuni meccanismi nevrotici nella gelosia, paranoia e omosessualità...