ragazzo
s. m. [dall’arabo raqqāṣ «fattorino, corriere», passato già nel lat. mediev. ragatius e varianti]. – 1. Chi è nell’età dell’adolescenza o della giovinezza (per il femm., ragazza, che ha anche [...] delicatezza (per un sign. specifico in psicopedagogia, v. difficile); è un r. serio, poco serio, perbene, che dà molti pensieri (espressioni riferite a volte anche a giovani più maturi, così come nella locuz., ragazzo padre, coniata sull’esempio di ...
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altalenare
v. intr. [der. di altalena] (io altaléno, ecc.; aus. avere), non com. – Fare l’altalena, in senso fig. (spec. all’infinito, anche sostantivato), oscillare fra pensieri o sentimenti opposti, [...] alternarsi di situazioni contrastanti: a. fra il sì e il no; visse giorni d’angoscia, in un continuo a. di timori e di speranze. ◆ Part. pres. altalenante, anche come agg., in senso proprio e fig ...
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chiudere
chiùdere v. tr. [lat. clūdĕre, per il class. claudĕre, tratto dai composti includĕre, ecc.] (pass. rem. chiusi, chiudésti, ecc.; part. pass. chiuso). – Verbo di significato generico, che è ben [...] ch. i denari nella cassaforte; il topo è rimasto chiuso nella trappola; Così potess’io ben chiudere in versi I miei pensier (Petrarca); di persona, metterla in luogo da dove non possa liberamente uscire: ch. in carcere, in convento; ch. il figlio in ...
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assorbire
v. tr. [dal lat. absorbēre, comp. di ab e sorbēre «sorbire», con mutamento di coniug.] (io assorbisco, tu assorbisci, ecc., o io assòrbo, ecc.; part. pass. assorbito, ant. assòrto). – 1. Attirare [...] completamente; l’attività politica assorbe gran parte del suo tempo; a. l’attenzione, l’interesse; assorbito continuamente ne’pensieri della propria quiete, non si curava di que’ vantaggi (Manzoni). d. Con accezioni partic. nel linguaggio econ.: a ...
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voluttuoso
voluttüóso agg. [dal lat. voluptuosus, der. di voluptas -atis «voluttà»]. – Di persona, non com., incline alla voluttà, a ricercare e assaporare i piaceri sessuali: una donna v., un uomo v., [...] v.; riferito ad atti, a comportamenti e azioni, e in genere a cose, pieno di voluttà: carezze v., un bacio v.; immagini v., pensieri v.; una musica dolce e v.; un abbandono v. (spesso con valore insieme passivo e attivo, che rivela e dà voluttà); per ...
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rintoccare
v. intr. [der. di tócco2, col pref. rin-] (io rintócco, ecc.; aus. avere). – Suonare a tocchi staccati e ripetuti; per lo più di campane: una campana rintoccava; o di orologi: l’orologio della [...] rintoccò dal campanile; e con uso trans., non com.: Palazzo Vecchio rintoccò le sei (Pratolini). Raro in senso fig., di parole o pensieri: quel «no» continuava a rintoccargli nella memoria. Anche sostantivato: si udì lontano il r. della mezzanotte. ...
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ridestare
v. tr. [comp. di ri- e destare] (io ridésto, ecc.). – 1. Destare di nuovo: mi ero appena riaddormentato quando lo squillo del telefono mi ridestò; nell’intr. pron., destarsi di nuovo: riuscì [...] vento, ridestato dalle ombre, strisciava lungo le architetture geometriche della Fortezza (Buzzati). Più spesso di sentimenti, pensieri, ricordi sopiti, illanguiditi, dimenticati: quella lettera gli ridestò l’antica passione; la vista di quei colli ...
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nero1
néro1 agg. [lat. nĭger -gra -grum: v. negro]. – 1. a. Nel linguaggio scient., è detto nero un corpo che assorbe integralmente la radiazione luminosa che lo investe (al contrario di un corpo bianco, [...] , per cui v. atrabile e malinconia), e con sign. simile anche essere n. in volto, o assol. essere nero; avere idee n., pensieri n.; Mena aveva spesso il cuore n. mentre tesseva (Verga). b. Di persona che ha la coscienza macchiata da gravi colpe: è un ...
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curioso
curióso agg. [dal lat. curiosus, propr. «che si cura di qualcosa», der. di cura «premura, sollecitudine»]. – 1. Desideroso di conoscere, di sapere, di vedere, di sentire, per istruzione e amore [...] si fermò a guardare. 2. letter. Che ha cura di qualche cosa, sollecito: sono scrittori più c. delle parole che dei pensieri (Foscolo); anche, avido, bramoso: c. d’acquistare terra (G. Villani). 3. Che attira l’attenzione per qualche stranezza o ...
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profondo
profóndo agg. [lat. profŭndus, comp. di pro-1 e del sost. fundus «fondo2»; anche sostantivato al neutro, profundum]. – 1. a. Con riferimento a uno sviluppo in senso verticale, detto di massa [...] nel suo genere, o anche totale, completo: la sua ignoranza è davvero p.; giace in p. oblio; profondissima quiete Io nel pensier mi fingo (Leopardi); regnava ovunque un p. silenzio, un silenzio assoluto, non turbato da alcun suono o rumore. 4. In ...
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inferenza
Ricavare pensieri o enunciati da altri pensieri ed enunciati, partendo da premesse e arrivando a una conclusione. Un’i. può essere deduttiva o induttiva: si ha una deduzione quando le premesse posseggono un grado di universalità...
gelosia
Insieme di emozioni, pensieri e comportamenti finalizzati, derivanti dal timore, reale o immaginario, di perdere l’amore e le attenzioni della persona amata. Nel suo scritto Alcuni meccanismi nevrotici nella gelosia, paranoia e omosessualità...