parolaparòla s. f. [lat. tardo parabŏla (v. parabola1), lat. pop. *paraula; l’evoluzione di sign. da «parabola» a «discorso, parola» si ha già nella Vulgata, in quanto le parabole di Gesù sono le parole [...] semplici, composte; p. piana, tronca, sdrucciola, bisdrucciola (rispetto alla posizione dell’accento tonico ’ ho ben la p. tua intesa (Dante), il concetto espresso dalle tue parole; secondo la p. d’Aristotele, secondo ciò che egli afferma o insegna; ...
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sdrucciolo1
sdrùcciolo1 agg. e s. m. [der. di sdrucciolare]. – 1. agg. Che ha l’accento sulla terzultima sillaba (v. proparossitono): parola s.; «esile», che ora è pronunciato s., si è pronunciato piano [...] quartultima, quintultima e sestultima sillaba). 2. agg. Che termina con una parolasdrucciola: versi s.; endecasillabi, settenarî, ottonarî s., che, terminando con parolasdrucciola, hanno dodici sillabe invece che undici, otto invece che sette, e ...
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rima1
rima1 s. f. [prob. lat. rhythmus «ritmo»]. – 1. L’identità di suono nella terminazione di due parole, dalla vocale tonica in poi, che si sente soprattutto quando le due parole sono a poca distanza [...] (come, in Dante, pur lì - burli, in cui è diverso anche l’accento); r. ipermetra, tra una parola piana e una sdrucciola in cui la sillaba finale è elisa per sinafia o computata nel verso seguente (per es., in Pascoli, tempesta rima con restano, la ...
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ipermetro
ipèrmetro agg. [dal lat. hypermĕtrus, gr. ὑπέρμετρος, comp. di ὑπερ- «iper-» e μέτρον «misura»]. – In senso ampio, di qualsiasi verso che superi per qualche motivo la misura ordinaria; se ne [...] il poco di fiato ch’hai tu», dove la sillaba finale di apprèssati (che in realtà non eccede la misura, essendo parolasdrucciola) si fonde con la vocale iniziale del verso seguente, a cui perciò metricamente appartiene, e si rende quindi possibile la ...
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verso3
vèrso3 s. m. [lat. vĕrsus -us, der. di vertĕre «voltare», part. pass. versus; propr. «il voltare», quindi «l’andare a capo»]. – 1. a. ant. e raro. Riga di scrittura o di stampa, dopo la quale [...] . sciolti, non legati dalla rima (v. endecasillabi sciolti, i più comuni); v. piano, tronco, sdrucciolo, secondo che finisca con parola piana, tronca o sdrucciola; v. libero (calco del fr. vers libre), indipendente da ogni schema metrico tradizionale ...
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proparossitono
proparossìtono agg. [dal gr. προπαροξύτονος, comp. di προ- «avanti» e παροξύτονος «parossitono»]. – Nella terminologia grammaticale greca, di parola che ha l’accento acuto sulla terzultima [...] sillaba (per es., ἄνϑρωπος). Per estens., con riferimento ad altre lingue, di parola che ha l’accento tonico sulla terzultima sillaba, cioè sdrucciola (per es., anima). ...
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ipostasi2
ipòstaṡi2 (o ipostàṡi) s. f. [dal gr. ὑπόστασις (v. la voce prec.), nel sign. di «sedimento, materia condensata»; la pronuncia piana della parola, che nell’uso medico è più frequente di quella [...] sdrucciola, è dovuta al senso della presenza di stasi o -stasi come elemento compositivo]. – In medicina (per lo più al plur.), ristagno di sangue nelle parti più declivi del corpo, per effetto della gravità; è fenomeno che si osserva soprattutto nei ...
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diastole
dïàstole s. f. [dal lat. tardo diastŏle, gr. διαστολή «dilatazione», der. di διαστέλλω «disunire, dilatare»]. – 1. a. Nella metrica classica, allungamento di una vocale breve per evitare le [...] alla struttura del verso. b. Nella metrica italiana, spostamento, per ragioni ritmiche, dell’accento di una parola, normalmente sdrucciola, sulla penultima sillaba (per es., Ettòrre, umìle, penètra, invece di Èttore, ùmile, pènetra). 2. In fisiologia ...
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uso2
uṡo2 s. m. [lat. usus -us, der. di uti «usare», part. pass. usus]. – 1. a. Il fatto di usare, di servirsi di una cosa (raram. di una persona) in modi e per scopi particolari: l’u. moderato del vino [...] grande e deve avere ormai l’u. della ragione; perdere l’u. della parola; riacquistare l’u. delle braccia; una paralisi gli ha tolto l’u. della corretta di «edile» è piana, ma nell’u. ormai è sdrucciola; è l’u., più che la grammatica, che fa legge; ...
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Sicilia
Ernesto Pontieri
Giorgio Santangelo
Pier Vincenzo Mengaldo
(Cicilia). – Storia. Le vicende storiche della S. che ebbero profonda influenza e risonanza nell'animo della generazione alla quale appartenne D. furono prevalentemente...
La rima (Beltrami 20024: 53-60, 78-83, 206-221; Menichetti 1993: 506-590) è il fenomeno che si produce nel caso di omofonia perfetta di due parole a partire dalla vocale tonica inclusa (come in vita e smarrita; non rimano invece discàro e bàrbaro...