presentare
preṡentare v. tr. [dal lat. tardo praesentare, der. di praesens -entis: v. presente1)] (io presènto, ecc.). – In genere, portare alla vista d’altri, mostrare. 1. Con compl. oggetto di cosa: [...] ; introdurre in un ambiente: sono io che l’ho presentato in casa Rossi, al circolo del tennis; in partic., far fare la conoscenza formale reciproca a due (o più) persone, dicendo a ciascuna il nome dell’altra (e, talora, il titolo, la professione e ...
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puro
agg. [lat. pūrus]. – 1. a. Detto di sostanza che non ha avuto alterazioni: oro p.; o che non è mescolata con sostanze estranee: idrogeno, ossigeno p.; vino p., non annacquato; caffè p., senza l’aggiunta [...] del tutto indipendente dalle altre: atto p., v. atto2, n. 2. In partic., nella filosofia kantiana, si dice di ogni conoscenza a priori, priva di contenuti empirici: ragione p., la ragione considerata per sé stessa, come fonte di tutti gli elementi a ...
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forma
fórma s. f. [lat. fōrma]. – 1. a. L’aspetto esteriore con cui si configura ogni oggetto corporeo o fantastico, o una sua rappresentazione: f. circolare, quadrata, ovale, sferica, regolare, irregolare; [...] v. Gestalttheorie. d. In diritto, veste esteriore di un atto, necessaria perché l’ambiente sociale ne venga a conoscenza e l’ordinamento giuridico gli attribuisca rilevanza. Più genericam., il modo prescritto o conveniente con cui dev’essere compiuto ...
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scoperta
scopèrta (ant. o poet. o region. scovèrta) s. f. [femm. sostantivato di scoperto, part. pass. di scoprire]. – 1. Lo scoprire, l’essere scoperto. In partic.: a. Acquisizione alla conoscenza e [...] la s. di un codice, di nuovi testi, di un gruppo di papiri; con sign. concr., ciò che viene acquisito alla conoscenza e all’esperienza umana: una s. di notevole importanza, una s. rivoluzionaria nel campo della biologia, della medicina; lo scienziato ...
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saputa
s. f. [der. di sapere], letter. – Il sapere, l’essere a conoscenza di un fatto; si usa nelle locuz. a mia s., di mia s. e sim., per quanto ne so io, essendone io a conoscenza; senza mia s., senza [...] s. di qualcuno, senza che io lo sappia, senza che qualcuno lo sappia o lo sapesse: il cardinal Farnese, intesa questa conclusione fatta senza sua s., si partì (Sarpi); di tua volontà, e senza mia s. (Leopardi); ...
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cognitariato
s. m. Precariato intellettuale e della conoscenza. ◆ Domani sera, al Teatro delle Moline, [Franco] La Cecla di tutto questo ne parlerà in pubblico, e i suoi interlocutori scelti saranno [...] garantiti (ancora per poco). (Andrea Fumagalli, Manifesto, 12 gennaio 2005, p. 6, Verso sinistra).
Adattato dal s. ingl. cognitariat, a sua volta composto dall’agg. cognit(ive) (‘cognitivo, della conoscenza’) e dal s. (prolet)ariat (‘proletariato’). ...
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geognosia
geognoṡìa s. f. [comp. di geo- e del gr. -γνωσία, da γνῶσις «conoscenza»]. – Termine in uso alla fine del sec. 18° per indicare la geologia descrittiva, che comprendeva allora litologia, stratigrafia [...] e paleontologia, e oggi talora usato per indicare lo studio e la conoscenza delle caratteristiche dei terreni (v. geognostico). ...
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accorto
accòrto agg. [part. pass. di accorgersi]. – 1. Avveduto, cauto, astuto: è un uomo assai a.; anche saggio, prudente: lo mise in guardia con a. parole; essere, stare a., badare, esser cauto, fare [...] : sta’ ben a. a non farti imbrogliare; fare uno a. di una cosa, avvertirlo, farlo consapevole. V. anche malaccorto. 2. Che è a conoscenza di qualche cosa, che ne è informato; con questo sign. è ant., e ha per lo più valore verbale, di part. pass.: l ...
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inscienza
insciènza s. f. [dal lat. inscientia, comp. di in-2 e scientia «conoscenza»], letter. raro. – Ignoranza, intesa per lo più in senso non assoluto, ma con riferimento a particolari fatti o nozioni [...] di cui non si abbia conoscenza. ...
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lettura
s. f. [dal lat. tardo lectura, der. di legĕre «leggere», part. pass. lectus]. – 1. a. L’azione di leggere, di decifrare cioè un testo scritto o stampato: la l. di un manoscritto, di un’iscrizione; [...] decifrabile; errore di l., o erronea l. (di una parola, di una frase). b. In senso più ampio, l’atto di leggere prendendo conoscenza di ciò che è scritto o di come è scritto: la l. di una lettera, di un documento, di un libro; giudicare, capire a ...
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Filosofia
La c. nella filosofia antica e medievale
La c. nella filosofia antica è concepita come un processo le cui modalità vengono diversamente interpretate: secondo la concezione di Pitagora, ripresa successivamente da Eraclito e da Empedocle,...
conoscenza [canoscenza; caunoscenza]
Domenico Consoli
Vocabolo presente in tutte le opere dantesche, con particolare frequenza nel Convivio, dove si registrano venti occorrenze delle trentadue complessive.
La forma ‛ canoscenza ', propria...