rialzare
v. tr. e intr. [comp. di ri- e alzare] (io rïalzo, ecc.). – 1. tr. a. Alzare di nuovo: rialza le carte, le hai alzate male; abbassò il finestrino, ma dopo poco lo rialzò perché faceva troppo freddo; più comunem., alzare cosa o persona che sia caduta, chinata, abbassata: rialzò il bambino da terra; il vecchio era scivolato e un passante corse a rialzarlo; r. un cavallo; r. la sedia, la bicicletta; rialzò il capo e fissò l’interlocutore (fig., r. la testa, riprendere ardire); r. la fronte, gli occhi, lo sguardo; nel rifl.: si rialzò da terra da solo, faticosamente; fig., di chi è prostrato per disgrazia o caduto moralmente in basso, risollevarsi, riprendere coraggio, redimersi: dopo tutte quelle sventure non si è più rialzato; rialzarsi dall’inerzia, da uno stato di prostrazione. b. Con valore intens., alzare ancora di più: r. una casa di un piano; r. un muro, una torre; far crescere, aumentare ulteriormente: il sole ha un po’ rialzato la temperatura; soprattutto con riferimento a beni e valori economici: r. i prezzi; le banche hanno rialzato i tassi d’interesse; la forte domanda finirà per (far) r. l’oro. 2. intr. (aus. essere). Diventare più alto, aumentare, crescere ulteriormente: la temperatura, la febbre tende a r.; i prezzi, o i titoli azionarî, sono ancora rialzati; l’oro rialzerà, se continua l’inflazione. ◆ Part. pass. rialzato, anche come agg., spec. in alcuni usi specifici (v. la voce).