s. f. e m. inv. In senso polemico, chi comprende le ragioni del più volte presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e quindi sta dalla sua parte. ♦ "Putinversteher" è neologismo tedesco che indica "Chi si intende con Putin", un intellettuale, giornalista, parlamentare, imprenditore pronto a sottolineare ragioni, interessi, personalità, meriti del presidente russo e, di converso, a scatenare geremiadi sulle colpe europee, americane, Nato. I "Putinversteher" sono attivi nel partito repubblicano Usa, guidati dall'ex presidente Trump che considera Putin "un genio", come in Germania, con l'ex cancelliere Schroeder, lobbista Gazprom, che paragona l'offensiva di Mosca in Crimea ai pogrom in Jugoslavia. Anche in Italia, basta accendere la televisione, sfogliare un quotidiano, leggere un blog o studiare gli atti di un think tank, per imbattersi in colti, forbiti, suadenti "Putinversteher" nostrani, capaci di "capire" Putin e diffonderne le ragioni. Caratteristica peculiare del "Putinversteher" è, naturalmente, reagire con offesa veemenza se gli date del "putinista", spiegando piccato che si tratta di non prender partito, di Realpolitik, interessi nazionali, mettendo invece sullo stesso piano aggressori e vittime, regimi e democrazia, falso e vero. (Gianni Riotta, Repubblica.it, 3 marzo 2022, Politica) • Il professore di diritto civile Ugo Mattei, il deputato di Liberi e Uguali Stefano Fassina, l’ex presidente della Camera e parlamentare del Pd Laura Boldrini e perfino Barbara Spinelli, figlia di Altiero padre fondatore dell’Unione europea e compagna di Tommaso Padoa Schioppa, padrino dell’euro. Eccoli, i putiniani d’Italia: li ha messi tutti in fila su Repubblica di venerdì Gianni Riotta in un articolo in cui ha raccontato chi sono i cosiddetti “Putinversteher“, quelli che “capiscono Putin”, che lo giustificano. Una lista di “cattivi”, di presunti “collusi col nemico”, che Riotta addita rivestendo il suo articolo con la patina di autorevolezza per mezzo di una pubblicazione (che lui chiama “studio”) uscita un po’ di mesi fa, nel 2021, negli Stati Uniti (titolo: Russian Active Measures: Yesterday, Today, Tomorrow). In realtà quello di Riotta per una buona parte si rivela un elenco di nomi del tutto personale: Mattei, Fassina, Boldrini, Spinelli, infatti, in quel testo “americano” non esistono. (Paolo Frosina e Diego Pretini, Fatto Quotidiano.it, 5 marzo 2022, Media & Regime) • La scelta della pace oggi è più difficile di sempre. Non solo perché si rischia di essere additati al pubblico ludibrio, ma anche perché risuonano, più aggressive che mai, le accuse di colpevole ignavia, cialtronesca equidistanza. Nel peggiore dei casi sei un Putinversteher, un putinista, nel migliore sei un detestabile buonista, un inservibile intellettualista che non accetta la guerra come destino. D’altronde, si sa, la guerra è la realtà nella sua durezza, è la dura realtà che prevale sulla parola, la manda in pezzi, la frantuma. Anche lontano dal fronte immediato diventa difficile parlare in un dibattito ormai militarizzato. (Donatella Di Cesare, Stampa.it, 6 marzo 2022, Editoriali).
Voce tedesca (letteralmente ‘chi capisce – e quindi sostiene – Putin’), attestata in quella lingua, nello scritto, a partire dal 2014, secondo Korpusbelege.