puro
agg. [lat. pūrus]. – 1. a. Detto di sostanza che non ha avuto alterazioni: oro p.; o che non è mescolata con sostanze estranee: idrogeno, ossigeno p.; vino p., non annacquato; caffè p., senza l’aggiunta di latte o altro; maglia di lana p.; biancheria di p. seta; tessuto di p. cotone. b. Incontaminato, non inquinato: le p. acque di un fiume, di un ruscello; mare p., pulito; aria p., tersa, non inquinata. c. Terso, limpido: cielo p., senza nubi; fausto giorno Di p. luce adorno (Parini). d. Semplice, elegante, armonioso, nitido; spec. con riferimento a opere artistiche, architettoniche, prive di elementi appartenenti ad altri stili: le linee p. degli edifici palladiani; un disegno dai contorni p.; un arredamento in p. stile déco. e. estens. Privo di elementi estranei, che non ha subìto incroci: animali di razza p.; cane di p. razza; cavallo di p. sangue o, più com., cavallo purosangue (anche sostantivato, un purosangue); fig., assoluto, completo: in atto d’un rispetto il più p., il più sviscerato (Manzoni). Riferito al linguaggio, che non contiene elementi provenienti da altre lingue o dialetti; corretto, schietto: esprimersi in p. lingua italiana; ha parlato in un inglese p.; non lo capisco quando mi si rivolge in dialetto puro. 2. fig. Con riferimento a scienze, a discipline, indica che queste si occupano dei problemi scientifici in sé, al di fuori di ogni applicazione pratica (contrapp. appunto a applicato o pratico): matematica p.; chimica p.; economia p., e sim. Talora ha valore limitativo, quando si voglia qualificare uno studioso che si occupa esclusivam. della sua disciplina, e con spirito astratto, teorico: un ricercatore p.; un p. grammatico; un matematico puro. 3. Con sign. particolari in alcune discipline: a. In botanica, detto di fitocenosi (per es., un bosco di faggi) formata da una sola specie (contrapp. a misto). b. In fisica, numero p., locuz. usata correntemente, ma impropriam., per indicare una grandezza adimensionale (propriam., in fisica numeri puri sono soltanto i valori numerici di grandezze, oltre, beninteso, ai numeri della matematica). c. In filosofia, dell’attività di una funzione conoscitiva in quanto si presenta del tutto indipendente dalle altre: atto p., v. atto2, n. 2. In partic., nella filosofia kantiana, si dice di ogni conoscenza a priori, priva di contenuti empirici: ragione p., la ragione considerata per sé stessa, come fonte di tutti gli elementi a priori della conoscenza. d. In araldica, pure e piene armi, armi di un solo smalto senza figure, o di sole partizioni e convenevoli partizioni, o anche senza alterazioni di brisure, concessioni, inquartamenti. 4. Solo, esclusivo, semplice (con lo stesso valore degli avverbî di esclusione soltanto, esclusivamente, e delle locuz. avv. niente altro che): dobbiamo portare il p. necessario; t’ho detto la p. verità; queste sono p. illusioni, p. fantasie; l’ho trovato per p. combinazione, per p. caso. Accoppiato all’agg. semplice, forma una locuz. di sign. analogo, ma rafforzato: per p. e semplice curiosità, vorrei sapere dove vai; anche posposto al sost.: è una fantasticheria p. e semplice. 5. fig. Non contaminato, non macchiato da colpa: accostarsi ai sacramenti con animo p.; avere la coscienza p.; casto, innocente: un amore, un affetto p.; una ragazza p., illibata; pensieri p.; che non ha secondi fini, disinteressato: avere intenzioni p.; nutrire un sentimento puro. Talora anche sostantivato: è un p., alludendo a persona che non scende a compromessi, che agisce solo seguendo un fine ideale. ◆ Avv. puraménte (v. la voce).