prologo
pròlogo s. m. [dal lat. prolŏgus, gr. πρόλογος, comp. di προ- «avanti» e λόγος «discorso»] (pl. -ghi). – 1. Nelle antiche tragedie e commedie greche e latine, monologo o dialogo che introduceva l’azione, e serviva a esporre l’antefatto o a illustrare il contenuto dell’opera: il p. delle tragedie greche. Nel teatro moderno, breve premessa contenente l’esposizione dell’antefatto, per lo più in forma di monologo, che precede un’opera teatrale in prosa o in musica: i p. dei drammi di Schiller; il p. de ‘I Pagliacci’ di Leoncavallo. Anche, l’attore che recita o canta il prologo di un’opera teatrale, quando esso è costituito da un monologo: fare la parte del prologo. 2. estens., Introduzione, discorso introduttivo a un’opera; o preambolo a un discorso parlato: fare un lungo p. a una conferenza; «Non si convien» disse Filandro «tale Prologo a me» (Ariosto). 3. fig., Fatto che precede o preannuncia il manifestarsi di altri dello stesso genere: quello fu il p. di tutta una serie di malintesi tra loro. ◆ Dim. prologhétto, prologhino; spreg. prologùccio.