postnovecentesco
(post-novecentesco), agg. Successivo alla fine del XX secolo. ◆ Tanti scrittori, mini-minimalisti, filosofici, satirici, maledetti, intimisti, con un solo tratto comune: il punto esclamativo facile, i puntini sospensivi appena si può. Tutto lo stupore indicibile, tutta la rabbia inconfessabile concentrati in tre puntini di sospensione o in un punto esclamativo, massimo segno di espressività post-novecentesca. (Paolo Di Stefano, Corriere della sera, 20 agosto 2003, p. 31, Cultura) • Se Bob Dylan cantasse «Blowin’ in the Wind» come lo cantava allora, senza deformarlo volutamente come ha fatto con perfidia negli ultimi trent’anni, anche quella canzone pacifista, umanitaria e «poetica» farebbe parte del clima sonoro di questo nostro tempo senza scansioni, e quel Dylan verrebbe identificato immediatamente da tutti come un’icona novecentesca e postnovecentesca, (Edmondo Berselli, Repubblica, 5 luglio 2005, p. 1, Prima pagina) • alcuni dei nostri giornalisti più bravi hanno inseguito il rapporto tra guerra e morte su tutti i fronti aperti dalle lacerazioni del mondo postnovecentesco, riportandone immagini crude e strazianti come quelle raccolte da Livio Senigallesi, sensazioni difficilmente riconducibili alla normalità della nostra esistenza quotidiana (Toni Capuozzo), l’umiliazione di essere talvolta costretti a raccontare «una guerra che non si vede» (Tiziana Ferrario). (Giovanni De Luna, Stampa, 28 giugno 2008, Tuttilibri, p. 8).
Derivato dall’agg. novecentesco con l’aggiunta del prefisso post-.