poriferi
porìferi s. m. pl. [lat. scient. Porifera, comp. di poro- e del lat. -fer «-fero»]. – Tipo di animali parazoi, comunemente noti col nome di spugne, tutti acquatici, per la stragrande maggioranza marini, bentonici e sessili: sono privi di simmetria o sono raramente a simmetria raggiata, hanno colori e dimensioni varie, e presentano l’organizzazione più primitiva tra gli animali pluricellulari, non possedendo veri e proprî tessuti e quindi organi. Sono costituiti da uno strato ectodermico, formato prevalentemente di pinacociti, che riveste la superficie e le cavità interne del corpo, fra cui è interposto uno strato mesenchimatico (mesoglea), nel quale sono incluse cellule fagocitarie (amebociti), cellule indifferenziate (archeociti), cellule scheletogene (scleroblasti) e cellule germinali (gonociti); sono provvisti di uno scheletro interno costituito da spicole secrete dagli scleroblasti, di forma diversa (nionoassonidi, triassonidi, ecc.), che possono essere di natura calcarea, silicea o organica (spongina), e in base a cui si suddividono nelle tre classi delle calcisponge, silicosponge e demosponge. A seconda della complessità del piano strutturale si distinguono inoltre le spugne di tipo ascon, con un’unica cavità centrale (spongocele), rivestita di cellule flagellate (coanociti) e cosparsa di piccoli fori (osculi, osti o pori inalanti), la cui apertura è controllata da particolari cellule contrattili (porociti); nel tipo sycon la cavità centrale si riduce e si ramifica, mentre il massimo grado di ripiegatura si attua nelle spugne di tipo leucon, in cui si ha la scomparsa dello spongocele centrale e la formazione di tante piccole camere flagellate connesse da una rete di canali acquiferi collegati con gli osculi (v. fig. a p. 156).