pluviale1
pluviale1 agg. e s. m. [dal lat. pluvialis, der. di pluvia «pioggia»]. – 1. agg. Della pioggia, che si riferisce alla pioggia; è termine raro nell’uso letter., più frequente in quello scientifico: le macchie p. scurivano i lacunari azzurri del soffitto (D’Annunzio); acqua p., lo stesso che acqua meteorica; regime p., di fiume il cui bacino idrografico è alimentato quasi esclusivamente dalla caduta della pioggia; periodi p., epoche di grandi precipitazioni piovose verificatesi nelle basse latitudini durante il periodo pleistocenico, con formazione di grandi laghi e fiumi nell’Africa equatoriale, nell’America, ecc. (in questo sign. anche sostantivato: il primo p. africano). In fitogeografia, foresta p., formazione vegetale delle regioni equatoriali e tropicali caratterizzate da temperatura media elevata (24-30 °C), che nei mesi più freddi non è mai inferiore ai 18°, da precipitazioni annuali di 2000 mm o più, uniformemente distribuite durante l’anno, e da mancanza di lunghi periodi aridi; è ricca di specie arboree sempreverdi appartenenti a varie famiglie, ma quasi priva di conifere, e vi abbondano anche le liane, tra cui le palme rampicanti (per es., quelle del genere Calamus) e le epifite con muschi e licheni tipicamente epifilli, mentre sui tronchi si insediano selaginelle, licopodî, felci e anche angiosperme, come le bromeliacee e le orchidacee. 2. s. m. Il canale verticale di scarico delle acque pluviali provenienti da un tetto o da una terrazza, costituito da un condotto metallico o di materiale laterizio o plastico, incassato nelle murature o a esse ancorato; composto di varî elementi sovrapposti o incastrati l’uno nell’altro, è innestato in alto alla grondaia o al bocchettone della terrazza e termina in basso entro il pozzetto di scarico della fognatura, oppure, se esterno, con un elemento di ghisa ricurvo che fa uscire lontano dal muro l’acqua di scarico.