placcatura
s. f. [der. di placcare]. – Operazione consistente nel ricoprire stabilmente la superficie di un materiale con uno strato di altro materiale solido, a scopo estetico o di protezione dagli agenti chimici, atmosferici o altro. In metallurgia, p. metallica, la sovrapposizione di uno strato di metallo, generalm. pregiato, detto metallo di apporto (acciaio inossidabile, rame, nichel, argento, oro, ecc.) a un altro materiale metallico, detto metallo di base (acciaio, rame, leghe leggere) cui viene fissato mediante pressione idraulica o meccanica, ottenendo un complesso doppio destinato alla produzione di lamiere, tubi, valvole, nastri, fili, ecc., e anche oggetti d’uso cui la placcatura conferisce maggiore pregio (posate, orologi, penne stilografiche, ecc.). In falegnameria, p. dei legnami, sovrapposizione e fissazione, a mezzo di collanti, di uno strato di legno di qualità o di laminato plastico, dello spessore di almeno 4 o 5 mm, su legno ordinario.