phubbing
s. m. L’azione, il fatto di trascurare il proprio interlocutore fisico per consultare spesso, in modo più o meno compulsivo, il cellulare o un altro dispositivo interattivo. ◆ Ora si scopre che phubbing è una parola creata a tavolino all’università di Sidney nel 2012 per promuovere un dizionario e che è diventata presto virale grazie a un’accorta operazione di marketing e ai social media. (Licia Corbolante, Terminologiaetc.it, 9 ottobre 2013) • È il segnale che, nelle situazioni patologicamente più preoccupanti, il paradigma si è capovolto: non è più l’onnipresente aggeggio (lo smartphone, il tablet, lo smartwatch, quello che vi pare) a costituire una distrazione per la quale sentirsi magari pure in colpa. Tutto il contrario: è piuttosto chi ha avuto la sfortuna di capitare con quel 46,3% di partner protagonisti di phubbing a incarnare un irritante distoglimento dal display. (Simone Cosimi, Wired.it, 1° ottobre 2015, Attualità) • Che cos’è il phubbing? Il termine […] indica l’atteggiamento poco cortese di trascurare l’interlocutore con cui si è impegnati in una qualsiasi situazione (dalla camera da letto all’ufficio) per controllare compulsivamente lo smartphone ogni cinque minuti. Non è qualcosa di leggero: uno studio pubblicato un paio di anni fa s'intitolava proprio "La mia vita è diventata la più profonda distrazione dal mio telefono". (Simone Cosimi, Repubblica.it, 14 giugno 2017, Tecnologia).
Composto dal s. ingl. ph(one) (‘telefono’) e dal v. ingl. (sn)ubbing (‘snobbare’).