pessimismo
s. m. [dal fr. pessimisme, der. del lat. pessĭmus «pessimo» (in contrapp. a optimisme «ottimismo»)]. – Disposizione di spirito, naturale o acquisita per dolorosa esperienza di vita, a considerare la realtà nei suoi aspetti peggiori, a giudicare negativamente avvenimenti e situazioni, a prevedere che le cose volgano in ogni caso al peggio: essere in preda a un profondo, a un cupo, a un morboso p.; guardare al futuro con p.; il p. leopardiano. Nel linguaggio filos., il termine indica la giustificazione speculativa di un’esperienza negativa e dolorosa del mondo, e si distingue in p. empirico (quello antico e medievale), quando la svalutazione colpisce soltanto il mondo terreno e visibile, in antitesi a un migliore aldilà, e in p. metafisico (quello ottocentesco teorizzato da A. Schopenhauer), se la svalutazione si estende all’universa realtà.