performance
‹pëfòomëns› s. ingl. [der. di (to) perform «compiere, eseguire», dal fr. ant. performer «compiere», che è dal lat. tardo performare «dare forma»] (pl. performances ‹pëfòomënsi∫›), usato in ital. al femm. – 1. In senso generico, realizzazione concreta di un’attività, di un comportamento, di una situazione determinata. In partic.: a. Nel linguaggio sport., il modo di svolgimento e il risultato di una competizione, in quanto possano servire a valutare la capacità di un atleta o di una squadra, di un corridore, di un cavallo da corsa: una buona, un’ottima, una mediocre performance. b. Per estens., prestazione particolarmente valida, risultato considerevole o ammirevole in prove, manifestazioni o attività non sportive: un’escursione di sei ore in montagna è una bella p. per la tua età; talora anche in tono iron. o scherz. In partic., i risultati ottenuti seguendo una determinata linea di condotta politica o economica: la Borsa ha registrato una buona performance. c. In psicologia e in biologia, test di p., eseguito per misurare e osservare le capacità di un individuo o di un animale in una situazione sperimentale. d. Nella tecnica, il rendimento di una macchina. e. Nel linguaggio pubblicitario, affermazione di un prodotto. 2. a. Esibizione caratterizzata da particolari qualità spettacolari o drammatiche e soprattutto da una certa imprevedibilità che ne faccia in qualche modo un evento irripetibile: la p. di un cantante jazz. b. Nel linguaggio della critica d’arte, forma di esibizione nata negli anni Settanta del Novecento, basata sull’improvvisazione, sul coinvolgimento del pubblico e sull’impiego di tecniche multimediali. 3. In linguistica generativa trasformazionale, con riferimento a un parlante, l’uso effettivo della lingua nelle situazioni concrete (in ital. esecuzione); si oppone, in ingl., a competence (v. competenza, n. 2).