partizione
partizióne s. f. [dal lat. partitio -onis, der. di partiri «dividere»]. – 1. a. Divisione, distribuzione in parti: la p. in capitoli della materia di un libro; la p. dei beni (più com., spartizione). Nella retorica classica (lat. partitio), lo stesso che divisione, in tutti e tre i sign. che aveva questo termine (v. divisione, n. 1 d). b. Il fatto di essere diviso in parti, e anche ciascuna delle parti in cui una superficie o altro è divisa; scomparto: le p. di un soffitto a cassettoni. In botanica, divisione della lamina fogliare o di un altro organo simile; può essere unica (foglie bilobe, ecc.) o multipla (foglie palmato- e pennato-partite, ecc.) e può avere varia profondità (foglia lobata, partita, ecc.). In araldica, denominazione delle divisioni dello scudo per mezzo di una sola linea (come il partito, il trinciato, il troncato, ecc.) o di più linee (come l’interzato, l’inquartato, ecc., e le convenevoli p., per cui v. convenevole, n. 2), che nel loro insieme fanno parte delle p. ordinarie, mentre le p. straordinarie risultano da linee che ripiegano successivamente in diverse direzioni (come il semipartito, il semitrinciato, il semitroncato, ecc.). 2. In matematica, nella teoria degli insiemi, p. in classi di un insieme, la sua suddivisione in sottoinsiemi, a due a due disgiunti, che abbiano come unione l’insieme stesso. 3. In chimica fisica (per adattamento dell’ingl. partition), sinon., meno proprio, di ripartizione, nelle locuz. legge, coefficiente di partizione.