parere1
parére1 s. m. [infinito sostantivato del verbo seg.]. – 1. Modo particolare con cui una persona vede e giudica un determinato fatto, una situazione; opinione che si forma in merito a una questione, o al comportamento da seguire, ai provvedimenti da prendere, in base a ciò che appare utile, giusto, opportuno e sim.: i nostri p. sono concordi, discordi; dire, manifestare il proprio p.; qual è il tuo p. in proposito?; se mi è lecito esprimere il mio p., vorrei dire che la cosa mi sembra strana; cambiare, mutare p.; sostenere, difendere il proprio p.; rimanere, restare del proprio p. (e più efficacemente col proprio p.), continuare a pensarla come prima: dopo tante discussioni, ognuno è rimasto del proprio p.; e però ciascuno si rimanga col suo p., che niuno glielo caverebbe di capo (Leopardi). Frequente col verbo essere e la prep. di: non sono del vostro p., la penso diversamente da voi; sei anche tu del suo p.?; non tutti erano dello stesso p.; sono sempre stato di questo p.; lui è sempre di p. contrario, la pensa sempre diversamente dagli altri (anche di chi lo fa per una sistematica opposizione). Seguito da che e il congiuntivo, essere d’avviso, giudicare opportuno o necessario: sono di p. che si debba agire con decisione. A mio p., secondo il mio p., secondo il mio modo di vedere, per ciò che pare a me (e analogam., per le altre persone, a tuo, a suo p., ecc.): a mio p., tu sbagli; secondo il mio modesto (o il mio umile) p.; Peggio è lo strazio, al mio parer, che ’l danno (Petrarca). 2. Opinione, convincimento su determinate circostanze o su una linea di condotta da seguire, in quanto siano espressi sotto forma di consiglio o di giudizio richiesto da altri o anche, talora, per volontà di legge (per es., i pareri emessi da organi consultivi, quali il Consiglio di stato, la Corte dei conti, ecc.); vorrei sentire il tuo p. in proposito; non ho chiesto il tuo p.!; bisognerebbe sentire anche il p. del medico; ho chiesto un p. al mio avvocato; se posso darti un p., ti consiglierei di accettare; formulare, pronunciare, emettere un p. (frasi riferite in genere a chi ha la competenza o l’autorità di farlo); accettare, seguire il p. di qualcuno; esprimere p. favorevole, contrario; i pareri di Perpetua, espressione ormai proverbiale per indicare i consigli più semplici, che sono anche i più saggi perché dettati dal buon senso («i pareri di Perpetua!» è la stizzosa esclamazione che don Abbondio fa dentro di sé quando il cardinal Federigo, nel cap. XXVI dei Promessi Sposi, lo rimprovera di non avere informato lui della proibizione fattagli da don Rodrigo di celebrare il matrimonio: proprio ciò che gli aveva consigliato Perpetua di fare). Nel caso di pareri emessi da organi consultivi dello stato, si distinguono p. facoltativi, quelli che l’organo consultante è libero di chiedere o no, e, una volta chiesti, è libero di seguire o non seguire; p. obbligatorî, quelli che per legge devono essere comunque richiesti, ma che lasciano libero l’organo richiedente di agire nel modo che ritiene più opportuno; p. vincolanti, quelli che l’organo consultante è obbligato non solo a chiedere, ma anche a seguire, se vuole emettere un determinato provvedimento amministrativo.