orrorifico
agg. Che incute orrore, orripilante ◆ Si comincia, in maniera esilarante e davvero orrorifica (come riesce ai registi che non si pretendono autori, ma hanno una genuina curiosità per le cose del mondo) con un viaggio all’interno dei gruppi di sostegno nati sul modello degli «Alcolisti Anonimi». (Foglio, 11 settembre 1999, p. 2) • A questo punto la domanda è: quando andrà in tilt il sistema viario del profondo Nord? Quanto manca al megaingorgo, l’apocalittico giorno in cui i gangli che trasportano la linfa per l’immensa fabbrica che senza soluzione di continuità corre da Udine a Milano esploderanno uno dopo l’altro, come un orrorifico war games? Non è catastrofismo: le proiezioni dicono che è questione di anni, forse di mesi. (Sole 24 Ore, 22 luglio 2000, p. 12, Commenti e Inchieste) • La scena che si presenta agli occhi di Dante è di rara potenza orrorifica: un peccatore, di cui ancora Dante ignora il nome, addenta e rode la testa di un altro dannato, insomma consuma un rito cannibalico nella ghiaccia infernale e i versi che accompagnano questa visione fissano in eterno l’abisso cui sa giungere l’uomo: «La bocca sollevò dal fiero pasto / quel peccator, forbendola a’ capelli / Del capo ch’elli avea di retro guasto». (Aldo Grasso, Corriere della sera, 15 febbraio 2008, p. 69, Spettacoli).
Adattato dall’ingl. horrorific.
Già attestato nella Repubblica del 10 ottobre 1986, p. 22, Spettacoli (R[enzo] F[egatelli]).