orgoglio omosessuale
loc. s.le m. Fierezza omosessuale. ◆ Sergio Romano è schietto in fatto di orgoglio omosessuale: «Da liberale ho sempre pensato che la condizione di disprezzo e la condanna in cui erano tenuti gli omosessuali fosse inammissibile. Oggi però la situazione s’è rovesciata. S’è passati dalla conquista della diversità all’affermazione della diversità come valore, dalla rivendicazione di un diritto alla trasgressione come impegno. Questo a me non piace». (Foglio, 10 giugno 2000, p. III) • Papa Ratzinger contro il Gay Pride di Gerusalemme, così come papa Wojtyla era stato contrario al Gay Pride di Roma nell’anno 2000: con un passo diplomatico la Santa Sede chiede al governo israeliano di impedire lo svolgimento nella «città santa» della festa dell’orgoglio omosessuale, prevista per domani. (Luigi Accattoli, Corriere della sera, 9 novembre 2006, p. 13, Cronache) • La prima vera rivolta gay contro l’ipocrisia, l’occultamento e le retate della polizia è del 1969, e avvenne come strascico della rivoluzione sessuale etero nell’ormai storico bar Stonewall di Christopher Street a New York. Negli anni Ottanta il virulento diffondersi dell’Aids portò tragedie, lutti e orgoglio omosessuale. (Natalia Aspesi, Repubblica, 10 agosto 2008, p. 36, Cultura).
Composto dal s. m. orgoglio e dall’agg. omosessuale, ricalcando l’espressione ingl. gay pride.
Già attestato nella Repubblica del 18 dicembre 1985, p. 18, Cronaca (Laura Laurenzi).
V. anche omo-orgoglio, orgoglio gay.