opposizione
oppoṡizióne s. f. [dal lat. oppositio -onis, der. di opponĕre «opporre», part. pass. opposĭtus]. – 1. a. non com. L’atto di opporre: l’o. di fronte all’avanzata nemica, di un argine alla furia delle acque; l’o. della forza alla forza, di un argomento ad altro argomento. b. Più spesso, il fatto di opporsi, sia come resistenza armata (riuscirono a occupare la cima, vincendo l’o. del nemico), sia genericam. come azione con cui si cerca di ostacolare qualche cosa, di impedirne l’attuazione, di fare a essa contrasto anche negando il proprio consenso: fare o. a un provvedimento, a una proposta, a una decisione; l’idea di anticipare la data degli esami ha incontrato molte o.; il decreto è stato varato senza che ci fosse o.; nessuno ha da fare o.?; rinnovare, intensificare l’o.; sfidare ogni o.; o. fiera, tenace, ostinata, accanita, sistematica. In una disputa o in un contraddittorio (non com.), obiezione, argomento contrario, replica: ribattere un’o.; rispondere alle o. degli avversarî. In diritto, atto giuridico inteso a impedire l’attuazione di un provvedimento dell’autorità o, meno frequentemente, di una richiesta di parte: fare o. a un provvedimento del giudice, all’intimazione di sfratto, alla sentenza dichiarativa di fallimento, ecc. Nella vita politica, l’azione di contrasto esercitata dai partiti che professano idee contrarie a quelle del governo e anche il loro atteggiamento: fare un’o. serrata, un’o. leale, un’o. costruttiva; più com. in senso concr. e collettivo, l’insieme dei partiti (o dei loro rappresentanti in parlamento) che nei paesi a regime parlamentare non fanno parte del governo e sono contrarî alla politica da questo perseguita: i partiti, i deputati, i consiglieri dell’o.; i settori, i banchi dell’o., nel parlamento o nei consigli regionali, provinciali e comunali; un’o. compatta; far parte dell’o.; essere, passare all’o.; l’o. di destra, di sinistra. O. extraparlamentare, quella di gruppi politici che non sono rappresentati in parlamento. 2. In senso più concr., movimento di o., in fisiologia, il movimento caratteristico del pollice dell’uomo, che è alla base della prensione: consiste nello spostamento in avanti e in dentro del primo metacarpale e nella sua contemporanea rotazione, per cui il polpastrello del pollice viene applicato contro il polpastrello di una delle altre dita. Analogam., in fisiologia e in fonetica, o. delle labbra, il loro porsi di fronte nell’articolazione delle consonanti labiali. 3. Di una cosa rispetto a un’altra (o di due cose fra loro), il fatto d’essere opposto, contrastante, contraddittorio: c’è netta o. fra le mie esigenze e le tue; non c’è o. fra i nostri due punti di vista; le due tesi sono in o. fra loro. Nel linguaggio filos., in generale, rapporto di antitesi tra due concetti o tra due momenti della struttura della realtà: può avere la forma della «contraddittorietà» (bianco - non bianco; l’uomo è mortale - l’uomo non è mortale) o della «contrarietà», che contrappone le qualità estremamente opposte di una data classe (bianco - nero); ha grande importanza nella concezione della dialettica. 4. Con accezioni specifiche: a. In geografia fisica, la condizione di due entità geografiche che si trovano in posizione diametralmente opposta (per es., i due poli). b. In astronomia, configurazione celeste per cui un astro (Luna, pianeti superiori) e il Sole hanno longitudini celesti geocentriche che differiscono di 180°, ossia hanno posizioni diametralmente opposte rispetto alla Terra (nel caso della Luna, essa è in opposizione nella fase di luna piena). c. In astrologia, aspetto planetario che, nell’oroscopo, ha influenza negativa. 5. In fisica, o. di fase, quella che si verifica tra due grandezze sinusoidali che variano con la stessa pulsazione, se tra esse esiste uno sfasamento di 180°. 6. In fonologia (nel senso di fonetica strutturale), qualsiasi distinzione tra due o più suoni di una data lingua; o. fonologica o fonematica, qualsiasi distinzione tra due o più suoni che permetta in una data lingua la differenziazione di due o più parole (per es., è una opposizione fonologica quella tra le consonanti p e b, che permette di distinguere, in contesti fonetici identici per tutto il resto, le parole pollo e bollo). 7. Nel gioco degli scacchi, in opposizione, locuz. usata per indicare due re collocati sulla stessa colonna o sulla stessa traversa o sulla stessa diagonale a una casa di distanza; più precisamente, ha l’opposizione quello dei due avversarî cui non tocca muovere. 8. In alpinismo, arrampicata in o., tecnica di salita su roccia consistente nello sfruttare asperità della roccia che si trovano su due piani verticali paralleli (come nel caso di un camino) o variamente angolati fra loro, mediante spinte contrapposte realizzabili in varî modi (opposizione braccia-gambe, piede-ginocchio, schiena-piedi, ecc.), a seconda della conformazione della roccia e della posizione relativa dei due piani. ◆ Dim. oppoṡizioncèlla.