obesita
obeṡità s. f. [dal lat. obesĭtas -atis, der. di obesus: v. obeso]. – Nel linguaggio medico, abnorme aumento del peso corporeo, per eccessiva formazione di adipe nell’organismo. In partic.: o. complicata, con sintomi a carico di varî organi e apparati (soprattutto circolatorio e respiratorio), per l’aggravio funzionale determinato dall’accumulo di grasso; o. primitiva (o essenziale), dovuta a eccesso alimentare protratto nel tempo, sia in senso assoluto (introito calorico palesemente eccessivo), sia in senso relativo (quando l’apporto di calorie, anche se modesto, è comunque superiore al fabbisogno energetico); o. secondaria (o sintomatica), provocata o facilitata da squilibrî endocrini o dall’uso di farmaci particolari (per es., in seguito a terapia cortisonica protratta); o. androide, con accumulo di tessuto adiposo sottocutaneo a distribuzione di tipo mascolino, ossia preminentemente alla nuca, alle spalle, al dorso, alla parte superiore dell’addome (nelle donne può essere espressione di iperattività corticosurrenale); o. ginoide, contrapposta a quella androide, con prevalenza della deposizione adiposa alle cosce, alle regioni glutee e addominali basse.