nullo
agg. e pron. [dal lat. nullus «nessuno», comp. della negazione ne e ullus «alcuno»]. – 1. agg. a. letter. Nessuno: N. bel salutar tra noi si tacque (Dante); e poi che nullo Vivente aspetto gli molcea la cura, Qui posava l’austero (Foscolo). Nell’uso com., ma ormai raro, solo nella frase prov. nulla nuova buona nuova. b. In matematica, che vale zero: la somma algebrica di due numeri opposti è nulla. Anche nel senso generalizzato dell’algebra: l’elemento n. di un anello, lo zero dell’anello; matrice n., matrice i cui elementi sono tutti nulli. c. Di cosa (non com. di persona), inefficace, senza valore: ogni aiuto era nullo (Boccaccio); soprattutto usato nel linguaggio giur. con riferimento ad atto o negozio o documento affetto da nullità (v.): esame, testamento n.; elezione, votazione n., e voto n.; dichiarare n. un contratto. Nello sport, incontro n., partita n., espressioni improprie, ma di uso corrente, per indicare un incontro, una partita che abbia dato luogo a un risultato di parità; in senso proprio: colpo, salto, servizio, tiro n., battuta n., non validi. 2. letter. Con funzione di pronome, nessuno, nessuna persona: a n. è noto (Dante); colui ... Che da tutti servito a nullo serve (Parini); ant. e raro al plur.: Or poi che o nulli o pochi ti pareggiano ..., Deh canta omai (Sannazzaro).