noce1
nóce1 s. f. [lat. nux nŭcis, voce di origine ignota, che indicava, oltre alla noce, anche altri frutti a scorza dura, come mandorle, nocciole, castagne, ecc.]. – 1. Il frutto dell’albero del noce, di solito messo in commercio privo del mallo, largamente utilizzato per il suo seme commestibile, che si mangia per lo più secco: il mallo, il guscio della n.; il gheriglio della n. (cioè la polpa, la parte mangereccia); n. fresche, secche; mangiare fichi secchi con le n.; n. a tre canti, col guscio eccezionalmente a tre spigoli, perché deriva da un frutto a tre carpelli; noci di Sorrento, tra le più pregiate; n. tardiva o di S. Giovanni (24 giugno); n. grossa o reale; n. di guscio tenero; n. gentile, quando il gheriglio viene via facilmente e intero (si contrappone alla n. malescia); un sacco, un mucchio di noci; il miracolo delle n., narrato da Fra Galdino nel cap. III dei Promessi Sposi; grosso quanto una n., ecc. Locuz. particolari e modi fig.: bacchiare, sgusciare le n.; avere le n. in bocca, di chi parla a stento o borbottando e pronunciando male; giocare a noci (v. nocino1, n. 1), anche in senso fig., poco com., trastullarsi, perdere tempo; è un guscio di noce, detto di case, e spec. di imbarcazioni, per indicare piccolezza non priva di grazia, o, più spesso, l’inadeguatezza di un’imbarcazione alla navigazione in alto mare o in acque pericolose, a causa delle sue piccole dimensioni; lasciarsi schiacciare le n. in capo, subire prepotenze senza reagire; essere quattro n. in un sacco, fare gran rumore pur essendo in pochissimi; sono più voci che n., più chiacchiere che fatti; prov., una n. in un sacco non fa rumore, le proteste di uno solo rimangono vane. Olio di noce, olio di color paglierino, limpido, estratto dal gheriglio delle noci, usato spec. in pittura, per la rapidità con la quale si asciuga all’aria, e in cosmetica, per favorire l’abbronzatura della pelle e prevenire le scottature prodotte dai raggi solari. 2. In botanica, con sign. specifico, frutto secco indeiscente con pericarpo legnoso (per es., la nocciòla), che si sviluppa tipicamente da un gineceo monocarpellare supero (se il gineceo è pluricarpellare si ha la formazione di un frutto uniloculare con un solo seme perché soltanto uno dei carpelli matura, mentre gli altri degenerano). 3. Seguito da denominazioni partic., nome di varî frutti o semi che hanno con la noce qualche analogia di forma o di consistenza: n. di acagiù, frutto dell’anacardio; n. di areca o di betel, nòcciolo del frutto, contenente il seme (o anche solo quest’ultimo) di Areca catechu; n. del Brasile o del Pará, frutto capsulare di due piante lecitidacee (Bertholletia excelsa e Bertholletia nobilis) del Brasile, contenente numerosi semi, lunghi 3,5 cm, che si mangiano crudi o cotti e servono anche per l’estrazione di un olio commestibile (se estratto da semi freschi), usato a volte come lubrificante e per la fabbricazione di saponi; n. di cocco, il frutto, e più precisamente il nòcciolo contenente il seme, del cocco; noci di cola, i semi di due specie di piante tropicali del genere cola (v. cola); n. di galla, v. galla1, n. 1 a; n. delle Maldive, frutto delle palme del genere lodoicea, detto anche cocco doppio (e più noto col nome fr. coco de mer); n. di Pecan o di Peccan o di hickory, frutto di varî alberi del genere caria, dell’America Settentr., simili, anche per il frutto, al noce comune (i semi forniscono un olio usato nell’alimentazione, in medicina e per ardere); n. del Queensland, albero del genere macadamia (Macadamia ternifolia); n. di sovari (fr. souari; anche n. da burro), seme di una pianta della famiglia cariocaracee (Caryocar nuciferum) della Guiana francese che, per spremitura a caldo, dà un olio, detto per lo più grasso (o burro) di sovari, dal gradevole sapore di noce, contenente gliceridi degli acidi oleico e palmitico; n. di zimbro, seme, mangereccio, del cembro. V. inoltre noce metella, noce moscata e noce vomica. 4. Oggetto che ricorda, per la forma, il frutto del noce: a. Parte della balestra che, posta sul teniere, serviva per fermare la corda quando questa veniva tesa. b. Nelle armi da fuoco portatili, parte essenziale del meccanismo di percussione e scatto con molla a lamina (acciarini delle armi a pietra e a percussione, e dei fucili da caccia con canne ad anima liscia): è un disco sagomato montato sullo stesso perno del cane, ma dalla parte interna della cartella, recante gli intagli per il dente di sicurezza e per quello d’arresto, nei quali si impegna l’estremità della leva di scatto. Sulla noce fa forza una estremità del mollone, e spesso nelle armi recenti mollone e noce sono collegati per mezzo di un tirantino. Nei meccanismi a cani interni la noce e il cane sono un solo pezzo montato all’interno della cartella; in tal caso questa parte assume il nome di cane-noce. c. Parte del fuso della filatura meccanica, costituita da una puleggia che riceve per mezzo di apposito cavetto un moto di rotazione costante. d. In tipografia, blocchetto d’arresto del compositoio, lo stesso che castelletto. e. Nell’attrezzatura navale, ognuno di quei ringrossi che si trovano verso le estremità superiori dei tronchi degli alberi e alle varee dei pennoni: servono di appoggio agli incappellaggi delle ritenute di sostegno dei primi (sartie, stragli), e ai collari degli amantigli e dei bracci di manovra dei secondi. f. Nome di una particolare pezzatura di combustibili solidi. g. Noce del piede, nel linguaggio com., il malleolo. h. Una n. di burro, quantità di burro grande quanto una noce, misura empirica di cucina, corrispondente a circa 25 grammi. 5. In macelleria, taglio di carne bovina molto pregiata, nella parte interna della coscia, ottima spec. per arrosto, fettine, brasato, stracotto, ecc. ◆ Dim. nocina; accr. nocióna.