netto
nétto agg. [lat. nĭtĭdus; cfr. nitido]. – 1. a. In genere, sinon. (meno frequente nel linguaggio com., con uso più largo in parlate region.) di pulito, cioè privo di sporcizia, di macchie, di impurità, di sostanze estranee: un locale n., molto o abbastanza n., poco n.; più spesso con l’aggiunta di similitudini, di altri agg. o di specificazioni: tenere la casa n. come uno specchio; una tovaglia n. di bucato; tegami n. e lucidi; fa mestieri tener i canali sempre purgati e n. (Giannone); di parti della persona: avere le mani n. (anche in senso fig., v. oltre), il viso n.; una chiostra di denti n. e bianchi; della persona stessa: tenersi, mantenersi n.; un locale non molto n., poco pulito. Con accezione partic., privo di denari (soprattutto per perdita al gioco): restare n.; lasciare completamente n. l’avversario. Con compl. di limitazione: n. di terra, di scorie, di macchie d’unto (e col sign. di nettato, ripulito, mondato: mandorle, noci già n. del guscio); con uso fig., esente da cosa che possa macchiare, offuscare, turbare (o, più genericam., libero, privo): Non fu mai guercio di malizia netto (Pulci); tre sole immagini gli si presentavano non accompagnate da alcuna memoria amara, nette d’ogni sospetto (Manzoni). b. estens. Terso, limpido (e, detto del cielo o dell’aria, sereno): un vetro n. e trasparente come il cristallo; il cielo era n., e il sole indugiava, color d’oro, sui prati verdi (Verga); Una città di vetro dentro l’azzurro netto Via via si discopriva (Montale); specificando: un cielo n. di nuvole, di vapori. Con altro uso estens., e con riferimento a uno scritto, messo in bella copia o in forma definitiva: il poemetto dedicatorio è già n. e polito (V. Monti); mettere al n., in netto, in bella copia (più com. al pulito, in pulito). c. fig. Puro, privo di colpa, esente dall’avere commesso azioni riprovevoli: O dignitosa coscïenza e netta (Dante); era ... onesta e n. come la faccia d’uno specchio (Bacchelli); frequenti le espressioni avere le mani n., uscirne con le mani n., o anche uscire n. da qualche faccenda, senza macchia o sospetto di disonestà (per politica delle mani n., v. mano, alla fine del n. 1 b). d. Con altro senso fig., chiaro, distinto, non cioè vago o approssimativo: avere, o non avere, un’idea n., una visione n. (dei fatti, della situazione); ho avuto la n. sensazione, o la n. impressione, che volesse ingannarmi. 2. Nitido, deciso, chiaramente delineato (in opposizione a incerto, confuso): il profilo n. dei monti; guardava sulla polvere della strada l’ombra n. dei due cavalli (Buzzati); un volto, una figura, un disegno dai contorni n.; la sua bocca disegnata e n. fino a parere una profonda incisione delle guance agli angoli (Alvaro); anche riferito a qualità o sensazioni olfattive: un vino dal n. sapore di fragola (e assol.: un vino dal sapore netto). Soprattutto com. nelle locuz. e frasi seguenti: dividere con una linea n., con un taglio n. (senza deviazioni o senza produrre sporgenze o sbavature); tagliare, troncare con un colpo n., deciso, energico; con valore avv., tagliare netto, troncare seccamente una questione, una discussione e sim.; e come locuz. avv., di netto, con recisione totale, in un sol colpo: con un fendente, gli staccò di netto un orecchio; o tutt’a un tratto, di botto, istantaneamente: al suo apparire, la conversazione si troncò di netto; Enrico si era arrestato di netto e lo guardava con dolorosa sorpresa (Jovine). In usi fig.: fare una distinzione n.; tra le due opinioni c’è n. contrasto; e di cose o situazioni che non lasciano luogo a dubbî: dare una risposta n., senza reticenze (analogam., rispondere con un sì n., con un no n.); opporre un n. rifiuto, assoluto, definitivo; assumere una posizione n., senza tentennamenti, inequivocabile; con uso avv. nelle espressioni dire, parlare chiaro e netto, senza sottintesi o riguardi: gli ho detto chiaro e netto come la pensavo (ma più com. chiaro e tondo). In altri casi, pieno, totale: riportare una n. vittoria (o sconfitta); ottenere un n. vantaggio (o essere in n. svantaggio); mostrare una n. superiorità sull’avversario (e essere in condizioni di n. inferiorità); essere in n. ripresa. 3. Nel linguaggio econ. e comm. (di solito in contrapp. a lordo), detto di capitale, patrimonio, reddito depurato da ogni gravame, imposta, debito; di retribuzione, da cui sono già state detratte le ritenute varie; di guadagno, profitto o ricavo in genere, dedotte le spese; di prezzo di vendita, indicato senza l’aggiunta di quei costi (spese di trasporto, imposte varie, ecc.) che gravano comunque sull’acquirente e contribuiscono a formare il prezzo globale; di peso di una merce, dedotto il peso dell’involucro o dell’imballo, ossia la tara; in alcuni di questi casi, è com. anche la locuz. al netto (o al netto di ...): lo stipendio al n. (o al n. delle ritenute) è di euro ...; il guadagno, al n., supererà diecimila euro. In contabilità, patrimonio n., o capitale n. (o, come s. m., il n. patrimoniale), il patrimonio di un’azienda in quanto è la risultante della somma algebrica dei valori attribuiti alle attività e alle passività. 4. Con usi partic.: a. In marina, patente n., patente di sanità da cui risulta che una nave proviene da regioni esenti da epidemie e che nessun membro dell’equipaggio è affetto da malattia contagiosa. b. Nei concorsi ippici, percorso n., percorso a ostacoli compiuto senza incorrere in penalità. ◆ Avv. nettaménte, soprattutto nel senso di nitidamente, chiaramente: distinguere, percepire nettamente; e in quello di decisamente, pienamente: essere nettamente contrario a qualche cosa; essere nettamente sfavorito; le accuse sono state nettamente smentite.