mummia
mùmmia s. f. [dal lat. mediev. mummia, e questo dall’arabo mūmiyya (forse der. del pers. mūm «cera»), nome che nell’uso degli Arabi d’Egitto indicò la materia adoperata per l’imbalsamazione, costituita di bitume, pece, ecc.; con valore analogo il termine fu usato anche dagli alchimisti]. – 1. a. Cadavere imbalsamato con il sistema della mummificazione usato nell’antico Egitto, dove la salma, dopo una serie di trattamenti volti alla sua conservazione, veniva generalmente avvolta in bende di lino e chiusa nel sarcofago. Per estens., cadavere trattato con qualsiasi altro metodo di imbalsamazione o conservatosi grazie a particolari condizioni climatiche e ambientali. b. Dall’aspetto con cui si presentano le mummie egiziane deriva l’espressione sacco a mummia con cui vengono indicati in commercio i sacchi a pelo che, restringendosi verso la parte dei piedi, si aprono solo parzialmente nella parte superiore, conformata in modo da costituire una sorta di cappuccio. c. In similitudini e usi fig., di persona dal corpo rinsecchito, generalm. a causa dell’età, con il viso grinzoso e segnato dalle rughe: sembrare una m.; le vecchie m. dell’accademia; o di persona, spec. anziana, chiusa in idee antiquate e anguste, incapace di comprendere le esigenze e lo spirito dei nuovi tempi: non voglio essere una m. di fronte alla vita che irrompe (Palazzeschi); anche, di persona che, trovandosi insieme con altre, non parla, non partecipa alla conversazione o alla discussione, o si mostra assente, addormentata, ottusa: di’ anche tu il tuo parere, non stare lì come una mummia. 2. ant., tosc. Maschera, persona mascherata: stare alla finestra a vedere il passaggio delle m.; fare le m., mascherarsi. Con accezione partic. (ma di non sicura interpretazione), fare le m., cercare di nascondersi, di non farsi riconoscere, di passare inosservato, nel passo di L. Pulci (Morgante XXII, 126): In questo Ganellon conosciuto hanno, Che faceva le mummie. 3. In patologia vegetale, frutto alterato per effetto della mummificazione (v.).